Il “Popolo inquinato” della Sicilia si è ritrovato ad Augusta (Sr) per unire le forze nell’azione civile e penale da intentare nei confronti delle aziende petrolifere che operano nei poli industriali di Siracusa, Gela e Milazzo. Tra i partecipanti all’iniziativa, che ha posto l’accento anche sulle mancate bonifiche in Sicilia, Giuseppe Marano, consigliere comunale di Milazzo, a cui l’Eni ha chiesto un risarcimento danni di 400mila euro per procurato allarme sociale: “Sono stato citato – spiega – perché dalla mia città sono partite azioni importanti di richieste di risarcimento danni contro la raffineria che crea problemi esistenziali per la paura di ammalarsi”. A fare gli onori di casa padre Palmiro Prisutto. Il sacerdote di Augusta che da alcuni mesi durante le sue omelie legge i nomi dei concittadini deceduti a causa dei tumori inserendoli in un registro parallelo a quello tenuto dall’azienda sanitaria : “Ho inviato il Capo dello Stato Giorgio Napolitano per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dell’inquinamento. E’ una battaglia difficile perché riguarda lo scontro tra diritto al lavoro e alla salute. L’industria – prosegue – dovrebbe sacrificare parte dei propri profitti ma non intende farlo. E anche vero però che non si può sacrificare la vita delle persone” di Saul Caia e Dario De Luca