Il call center E-care di Cesano Boscone (Milano) verso la chiusura. Il 15 ottobre, l’azienda ha comunicato l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per i 489 dipendenti della sede lombarda, che cesserà l’attività a partire dal primo gennaio 2015. Per questo motivo, i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno indetto uno sciopero di 8 ore e i lavoratori sono scesi in corteo per le vie della città. “Basta cazzate” è lo slogan gridato dagli operatori del call center che chiedono l’immediata sospensione dei licenziamenti. Molti dipendenti hanno un mutuo da pagare e figli a carico, altri hanno il coniuge che lavora in azienda e quindi rischiano di perdere entrambi lo stipendio. L’azienda ha motivato la decisione di chiudere l’attività parlando di un eccessivo costo del lavoro e di un buco di 5 milioni di euro causato dalla perdita della commessa Fastweb. I sindacati puntano il dito anche contro l’azienda di telecomunicazioni, accusata di avere delocalizzato alcune attività del call center in altri sedi in Tunisia, in Albania e a L’Aquila di Stefano De Agostini
Riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione di E-Care
In relazione ai commenti di Fastweb pubblicati ieri su alcune testate, E-Care S.p.A. precisa che la chiusura della sede di Cesano Boscone (Milano) – dove lavorano 489 addetti per i quali sono state avviate le procedure di cessazione totale delle attività operative – è principalmente da addebitarsi alla commessa Fastweb. Fastweb – con cui E-Care lavora dal 2005 e che ad oggi rappresenta la terza commessa dell’Azienda ed il 15% del suo totale fatturato – con il suo inopinato e ondivago comportamento ha infatti generato ad E-Care, negli ultimi 9 mesi, perdite per oltre 2 milioni di euro, danno che avrebbe voluto arginare con un’operazione di “saldo e stralcio” riconoscendo soltanto 285 mila euro a fronte dell’impegno di chiudere “consenzientemente” il rapporto di collaborazione a fine marzo 2015 (sulla base di volumi ridotti del 70% rispetto agli impegni precedentemente presi), senza possibilità di ricorsi e contestazioni successive.
E-Care non ha voluto accettare tale irrevocabile proposta e, pertanto, Fastweb ha unilateralmente deciso di interrompere il contratto di customer care inbound a settembre 2014, con conseguenti perdite insostenibili sul sito di Cesano Boscone (MI) in cui insistono anche altre commesse, molte delle quali, in ragione delle tariffe estremamente ridotte, non riescono a coprire i costi della struttura, a maggior ragione dopo l’uscita di Fastweb. Fastweb è il primo fornitore di connettività di E-Care che tuttora ha in essere un contratto di servizi di teleselling; nei prossimi giorni è previsto un nuovo incontro con i vertici aziendali di Fastweb per provare nuovamente a trovare soluzioni percorribili che possano consentire di mantenere un rapporto di collaborazione che dura con soddisfazione (anche a dire di Fastweb) da oltre 9 anni.