I rumors di un imminente passo indietro di Arturo Di Corinto dalla direzione editoriale del portale Italia.it si susseguivano da settimane. Oggi le voci hanno trovato conferma, perché Di Corinto ha ufficializzato, in una lettera inviata nelle scorse ore al premier Matteo Renzi e al ministro dei Beni culturali e del turismo Dario Franceschini, le sue dimissioni. “Come avevo preannunciato nel luglio scorso sia al direttore generale Onofrio Cutaia sia al consigliere Stefano Ceci – scrive nella missiva Di Corinto – mi dimetto da direttore di Italia.it perché ritengo ingiusto e poco dignitoso continuare a lavorare senza essere pagato. Le difficoltà finanziarie di Promuovi Italia spa e le incertezze burocratiche del Mibact hanno infatti impedito i pagamenti verso la società Unicity spa che mi ha impiegato come direttore editoriale del portale e che non paga le mie spettanze da otto mesi”. Le “incertezze” cui l’ex direttore editoriale di Italia.it fa riferimento hanno anche a che fare con la inaspettata decisione, assunta nelle scorse settimane dal Mibact attraverso il braccio operativo Promuovitalia, di rescindere anticipatamente il contratto con Unicity spa. Società, quest’ultima, che da giugno 2012 aveva in gestione il portale a seguito di regolare gara indetta nel 2010, e che da febbraio di quest’anno non si è più vista corrispondere le proprie spettanze da Promuovitalia stessa.
Ora il portale Italia.it, passato nelle mani di Enit, rischia un nuovo collasso, visto che l’ente di promozione del turismo, attualmente commissariato, non dispone né di mezzi finanziari né di personale ad hoc per proseguire il lavoro che era in capo alla redazione gestita da Di Corinto. Una redazione che, proprio a causa dei mancati pagamenti degli stipendi, si è via via assottigliata fino a poter contare ormai su sole tre unità. E proprio in merito all’affidamento del portale a Italia.it senza prevedere adeguati “paracadute”, la lettera di Di Corinto contiene stoccate velenose all’indirizzo del ministro Franceschini e di chi – il suo superconsulente Ceci, finito nel mirino di un’inchiesta de L’Espresso e dimessosi negli scorsi giorni – ha suggerito le scelte strategiche adottate dal ministro in tema di turismo.
“Personalmente – scrive l’ex direttore editoriale di Italia.it – ritengo che sia stato un errore affidare il portale all’Enit prima della sua riorganizzazione […] . Proprio l’avvicinarsi dell’Expo avrebbe consigliato di immaginare una diversa strategia di gestione del portale […] per meglio comunicare la stessa Italia come destinazione turistica” […] e “continuo a ritenere che sia stato sbagliato prendere decisioni gestionali e legislative relative alla vetrina turistica dell’Italia senza un progetto operativo e una copertura economica certa e definita”. Con le dimissioni di Di Corinto si abbatte dunque una nuova tegola sul disgraziato portale Italia.it. Del cui futuro, secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, si starebbe occupando in particolare Sergio Cagol, program manager del portale e di Trentorise, chiamato a Roma da Ceci in virtù di una consolidata relazione fondata su amicizia e progetti comuni. Come l’appalto per Expo vinto dalla Netbooking srl, società controllata da Ceci, all’origine dell’inchiesta de L’Espresso.