Uno striscione giallo con la scritta “Occupy palco” e poi cinque minuti al microfono della scena centrale di “Italia 5 stelle” al Circo Massimo per chiedere “più trasparenza e partecipazione diretta nel Movimento”. Ma anche chiarimenti sullo staff della Casaleggio associati, sulle votazioni online e sullo scontro con il sindaco M5s Federico Pizzarotti. Tutto questo è bastato per gli attivisti di Roma Giorgio Filosto, Orazio Ciccozzi, Pierfrancesco Rosselli e Daniele Lombardi per essere cacciati dal Movimento 5 stelle. Ad annunciarlo è un post scriptum ad un articolo sul blog di Beppe Grillo. “I quattro”, si legge, “hanno approfittato del proprio ruolo di responsabili della sicurezza del palco di Italia 5 Stelle per occupare il palco stesso. In rispetto per gli oltre 600 volontari che hanno dedicato il loro tempo e lavoro per il successo dell’evento e delle centinaia di migliaia di attivisti del Movimento 5 Stelle presenti all’evento, i quattro sopracitati sono fuori dal Movimento“.
Gli attivisti di “Occupy palco” (che ora è anche una pagina Facebook), hanno risposto con un post online: “Chi ha provveduto agli accertamenti, chi ha gestito la pratica, chi ha emesso la condanna e chi l’ha eseguita? Sarebbe il minimo che un provvedimento in tal senso venisse firmato. È stato Beppe? Gianroberto?“. E poi hanno precisato: “Nessun P.S., arbitro o ‘Staff’ ci potrà mai togliere la maglia di attivista del Movimento, visto che questa maglia non si ottiene con un’iscrizione su un portale ma con l’impegno. Commentando la notizia dell’espulsione possiamo solo dire che non ci fa né caldo né freddo. Essere esclusi da un portale e quindi non poter votare su un sistema dove non vi è la benché minima trasparenza, non può che lasciarci indifferenti. Quello che ci addolora è invece vedere i danni che vengono causati al Movimento 5 Stelle da questi abusi continui perpetrati da persone invisibili che gestiscono come meglio credono un potere che non dovrebbe essere il loro ma che è di tutti”.
L’episodio che ha provocato l’espulsione è avvenuto durante la manifestazione organizzata dai grillini a Roma dal 10 al 12 ottobre scorso. Il “fuori programma” è stato sabato pomeriggio, poco dopo il comizio di Grillo (con show a sorpresa da una gru) e poco prima dell’intervento dei due cofondatori dal palco. I quattro ragazzi si sono presentati con lo striscione tra la folla, a quell’ora non molto numerosa perché ancora dispersa tra i gazebo, e sono stati notati da Massimo Bugani, consigliere comunale di Bologna e speaker della tre giorni grillina. E’ stato proprio lui a chiamare sul palco i quattro per sentire le loro ragioni (anche se oggi specifica: “Nulla di più falso. I 4 signori di cui ignoravo il nome e la fisionomia hanno invaso il palco mentre mi apprestavo a presentare la mia amica Paola Taverna. Mi hanno strappato il microfono e hanno mostrato il loro striscione”). L’intervento è durato poco meno di dieci minuti. “Gli attivisti che si allontanano dal Movimento”, hanno detto dal palco Filosto, Ciccozzi, Rosselli e Lombardi, “iniziano a gettare letame contro di noi. Noi invece ringraziamo Beppe e Casaleggio, ma abbiamo raccolto varie critiche ed è questo il momento di fare chiarezza”. Tra i punti messi in discussione dai quattro ragazzi: lo staff di Milano della Casaleggio associati (“che nessuno conosce”), la poca trasparenza del voto online e l’esclusione del sindaco di Parma Federico Pizzarotti dalla lista degli interventi (“Pizzarotti è lì, al gazebo di Parma, se volete un confronto è questo il momento di dirlo”). Dopo l’intervento dal palco, gli attivisti hanno lasciato il Circo Massimo e non si sono presentati nemmeno per l’ultima giornata. L’obiettivo, hanno fatto sapere, era quello di non diventare preda di giornalisti in cerca di scoop e lasciare che i vertici dessero una risposta ai problemi sollevati.
Nei giorni successivi alla protesta sul palco del Circo Massimo, gli attivisti hanno aperto una pagina Facebook (“Occupy palco”) e fatto circolare alcune richieste dirette a Casaleggio e Grillo: “Sempre nel rispetto della #trasparenza”, si legge ad esempio in un post del 16 ottobre, “vogliamo sapere perché non sono pubbliche e trasparenti le modalità del voto on-line e perché non è possibile procedere al riconteggio dei voti, cosi come accade in tutti i sistemi di voto dei paese democratici. Attendiamo, come sempre, una risposta”.
Nel Movimento 5 stelle è la terza ondata di espulsioni nel giro di otto giorni. Anche se questa volta il caso è diverso perché gli attivisti non hanno violato alcuna regola. Diverse le altre due vicende recenti. Domenica 12 ottobre ad esempio, ad essere cacciato è stato il consigliere regionale di Bologna Andrea Defranceschi perché condannato dalla Corte dei conti. Poi a metà settimana è stata la volta del sindaco di Comacchio (Ferrara) Marco Fabbri, che ha deciso di candidarsi alle elezioni provinciali nonostante il divieto del blog di Grillo. Ora ad essere coinvolti sono quattro semplici attivisti. Nessuna regola violata, ma “una decisione”, dice Grillo, “per rispetto degli altri 600 volontari che hanno lavorato al Circo Massimo”.
Le prime perplessità le esprime su Facebook il deputato Cristian Iannuzzi, rispondendo ad un’attivista che chiede spiegazioni: “Sto cercando di capire cosa succede e come rispondere. Ormai mi pare qui si sbattano fuori persone dal Movimento, come se niente fosse, senza nemmeno passare per il voto della rete, in spregio allo stesso non statuto che proprio lo staff di Grillo ha redatto”. Stessi dubbi anche per Tancredi Turco, deputato che su Twitter scrive: “Che dire? Solidarietà agli amici di Occupy palco, chiedevano solo più trasparenza”. Critico anche il consigliere comunale di Torino Vittorio Bertola: “Uno si presenta sotto il palco con uno striscione critico nei confronti della gestione del Movimento, viene invitato dal presentatore (come da abitudine del Movimento) a salire sul palco ed esporre le proprie ragioni, e poi viene cacciato dal Movimento perché è salito sul palco. Ma che logica è? O mi sfugge qualcosa?”.