Media & Regime

Mentana: “Renzi a Canale 5? Lo chiamano per alzare gli ascolti, non per la politica”

Il direttore del Tg di La7 a proposito dell'intervento del premier alla trasmissione domenicale della D'Urso. A differenza di Berlusconi, il segretario Pd: "E' inclusivo non divisivo, si fa dare del tu accorciando le distanze con lo spettatore-cittadino. Il suo atteggiamento piacione crea consenso"

“Se fosse rimasto altre due ore in studio, avrebbe presentato anche le previsioni meteo” spiega di Matteo Renzi, il direttore del Tg de La7, Enrico Mentana.

Quindi ha visto il premier dalla D’Urso.
Certo, e neanche Berlusconi dopo le Europee del ’94 aveva questa forza, questa capacità di comunicare e di includere.

Il tutto è avvenuto in casa Mediaset.
È già andato in trasmissione da Paolo Del Debbio e da Nicola Porro, evidentemente la sua è una strategia per parlare al corpo profondo del Paese, alla pancia, di provvedimenti che potrebbero provocare malessere nei cittadini, quindi negli elettori. Ne ha bisogno.

Renzi sembrava seduto in casa.
Lui riesce a parlare e muoversi come una persona senza steccati, è uno spregiudicato, con la capacità di proporre la sua narrazione.

Spregiudicato e seduttore.
L’atteggiamento piacione è la sua cifra, e riesce a cercare e ottenere il consenso. Ma c’è un punto che mi ha particolarmente colpito…

Quale?
Renzi dà del “tu” a molti giornalisti, ma è la prima volta che vedo un premier intervistato pubblicamente con il “tu”, anche se il contesto è una trasmissione non giornalistica.

E cosa comporta?
Accorcia le distanze con lo spettatore-cittadino.

Il senatore Paolo Romani ha twittato: “E ora voglio vedere chi parla di conflitto d’interessi ”.
Sì, l’ho letto. Romani è un uomo di televisione, evidentemente è rimasto colpito della complicità: sembrava un pesce nella sua acqua, un beniamino. Sembrava “uno di noi” che ce l’ha fatta. E non dimentichiamoci mai che lui è anche e sempre il leader del Pd.

Quindi Romani ha le sue ragioni.
Vede, Renzi riesce anche a muovere negli avversari una certa invidia e ammirazione.

Chissà il pensiero del fu Cavaliere…
In questo contesto, la differenza tra Berlusconi e Renzi è una: il primo è divisivo, il secondo no. Non solo, il premier porta gli altri a essere inclusivi con lui.

Ed è spesso in televisione.
La questione è reciproca: lui deve presentare i provvedimenti, le trasmissioni invece lo chiamano perché alza gli ascolti, fa la differenza.

È una questione editoriale.
Infatti viene trattato con tutti gli onori, mai in maniera scomoda, da nessuno. E solo lui fa politica, vista l’auto- esclusione dei Cinque Stelle dai format.

Ha campo libero.
Eccome, chi gli va contro pubblicamente sono solo Civati, i gufi e Landini, un po’ poco rispetto a quello che Renzi rappresenta.

Se al suo posto ci fosse stato Berlusconi…
Ripeto: questo livello non è mai stato raggiunto, Berlusconi è stato attaccato per meno, adesso invece nessuno trova strano ciò che accade.

Da Il fatto quotidiano del 20 ottobre 2014