Il disegno di legge è in discussione a Montecitorio, ma ora rischia di essere rimandato in Commissione e ritardato ancora. La minoranza democratica: "Serve una manovra emendativa profonda"
Le legge sul conflitto di interessi è in discussione in Parlamento. Arrivata alla Camera nelle scorse ore dopo mesi di ritardi e polemiche in Commissione, rischia di avere vita breve a Montecitorio. Sono 350 gli emendamenti presentati ad un testo che da più parti viene visto come poco incisivo e ancora molto vago su uno dei temi più discussi degli ultimi anni in Italia. Ora il rischio è che, visto il poco tempo per la discussione, si debba tornare di nuovo in commissione e quindi che il ddl venga rallentato nuovamente tra calendari e riforme a cui dare la precedenza.
Molti delle modifiche presentate sono le stesse depositate già in commissione Attività costituzionali dove – a causa dei tempi ristretti – non erano stati discussi. Nel corso della discussione generale delle scorse ore, Francesco Sanna (Pd), primo firmatario di alcuni emendamenti che puntano ad allargare il conflitto di interessi anche ai Parlamentari, ha spiegato che “la proposta di cui stiamo discutendo” è “un buon punto di partenza” ma “ha bisogno di una manovra emendativa profonda“. “Noi vogliamo che vi sia, nel testo che approveremo, un sistema per il quale chi decide dell’esistenza del conflitto di interessi sia un organismo il più possibile capace di avere caratteristiche di autorità indipendente, ma non vogliamo creare una nuova autorità indipendente”, ha aggiunto Sanna spiegando di voler una commissione di Prevenzione del conflitto di interessi votata dal Parlamento, e non da presidente della Repubblica come prevede attualmente la proposta di legge.
Anche Pippo Civati, minoranza Pd, ha evidenziato che “la ‘bozza Sisto’ è un testo tecnico, mi viene da dire, che riprende in modo soltanto molto parziale le proposte contenute nei testi presentati dai gruppi parlamentari, a cominciare, se posso, dal mio. È una ripresa per sottrazione in alcuni casi perché sono letteralmente scomparsi i punti che per me sono rilevanti. Io credo, però, che se ci vogliamo impegnare con proposte emendative integrative incisive questo testo possa tornare a funzionare e possa dare anche soddisfazione alle richieste che sono venute negli interventi precedenti dei nostri colleghi”. Per Fabiana Dadone, deputata M5s e prima firmataria di una delle pdl confluita nel testo unico, “forse questa sarà la volta buona per fare una legge sul conflitto di interessi chiara e definitiva – si legge in una nota – Per questo vogliamo invitare i colleghi del Pd che ci tengono davvero e i giornalisti ad aiutarci a non far insabbiare la legge”. Per quanto riguarda il M5s sono quattro i punti da cui partire: “Una chiara definizione del conflitto di interessi, l’individuazione di un organo di vigilanza e di sanzione senza ulteriori costi o nuovi soggetti, estendere l’applicazione anche alle cariche parlamentari, prevedere strumenti di prevenzione, controllo e sanzione adeguati”.