Sul tavolo dei pm di Milano dovrebbero arrivare le istanze dell'imprenditore vicentino, quella dell’ex manager di Expo, dell’ex senatore del Pdl e dell’ex esponente ligure dell’Udc-Ncd. Dovrebbero invece affrontare il processo con rito ordinario - che si aprirà il prossimo 2 dicembre - l’ex Dc Gianstefano Frigerio, l'ex funzionario del Pci Primo Greganti e l’ex dg di Ilspa Antonio Rognoni
Patteggiamenti in vista per alcuni dei protagonisti dell’inchiesta che l’8 maggio scorso ha svelato quella che è stata definita dagli stessi inquirenti di Milano la cupola degli appalti. Sul tavolo dovrebbero arrivare le istanze dell’imprenditore vicentino Enrico Maltauro, quella dell’ex manager di Expo Angelo Paris, dell’ex senatore del Pdl Luigi Grillo e dell’ex esponente ligure dell’Udc-Ncd Sergio Cattozzo. Dovrebbero invece affrontare il processo con rito ordinario – che si aprirà il prossimo 2 dicembre – l’ex Dc Gianstefano Frigerio, l’ex funzionario del Pci Primo Greganti e l’ex dg di Ilspa Antonio Rognoni.
Maltauro, proprio oggi, ha fornito ai pm di Milano Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio ulteriori chiarimenti e conferme in merito al filone di indagine che la scorsa settimana ha portato agli arresti domiciliari l’ex sub commissario di Expo Antonio Acerbo e altre due persone accusati di aver pilotato l’appalto per le “Vie d’Acqua Sud”. L’imprenditore vicentino avrebbe confermato che il contratto di consulenza, intestato al figlio di Acerbo ma poi svolto dall’ex manager di Expo, sarebbe stato sottoscritto in cambio dell’aggiudicazione, come poi è avvenuto, dell’appalto che prevedeva la costruzione di canali di collegamento tra la Darsena e il sito espositivo. Tra le altre cose, il costruttore ha ribadito che i circa 300 mila euro chiesti da Acerbo jr – come emerge da una intercettazione – non sono mai stati versati.