Ieri era stato il premier a ipotizzare un cambio, una modifica di quell’Italicum, già frutto del patto del Nazareno. Che potrebbe a questo essere rinnovato con un nuovo incontro tra i due leader. La legge elettorale, approvata dalla Camera e in attesa di essere discussa al Senato, aveva detto il segretario del Pd Matteo Renzi, deve premiare una lista piuttosto della coalizione. Oggi a questa ipotesi si aggancia il placet del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che al Tg5 parla della necessità di “continuare un confronto con il presidente del Consiglio per favorire la governabilità”. Berlusconi non solo non chiude la porta alla proposta, ma ne sembra tentato.

Chi è vicino all’ex premier racconta che l’ex Cavaliere sia rimasto particolarmente colpito dal passaggio del premier sul partito della Nazione: ha avuto coraggio, ha detto ai suoi, non posso che condividere. Un ragionamento che Berlusconi fa anche in chiaro spiegando di voler mettere in campo la “stessa strategia per il centrodestra” e tornando a puntare il dito sul “frazionamento del voto“. Insomma l’idea che Berlusconi di poter accettare di modificare l’Italicum passando dal premio di coalizione al premio alla lista appare sempre più probabile.

L’argomento sarà tema di confronto con i colonnelli azzurri (Romani, Verdini e Gianni Letta tra gli ospiti) perché l’idea del premio di maggioranza al partito non convince affatto le truppe azzurre, consapevoli che il sì ad una modifica del genere significherebbe mettere in soffitta Fi. Ed è proprio per questo che mercoledì Berlusconi vedrà i senatori azzurri, mentre giovedì sarà la volta dei deputati. Comunque non c’è nessuna volontà di ridimensionamento o scioglimento a breve del movimento azzurro, “io sono al lavoro tutto il giorno e tutti i giorni perché voglio che Forza Italia, rinnovata e rafforzata, torni a vincere” afferma Berlusconi sempre ai microfoni del Tg5.  

Il leader di Forza Italia rivendica di volere anche lui, come il leader dem, un sistema bipartitico, con un partito unico del centrodestra contrapposto al Pd. Ma deve, appunto, fare i conti con le forti resistenze dentro Forza Italia. Per questa ragione potrebbe svolgersi solo dopo le assemblee dei gruppi ‘azzurri in programma mercoledì e giovedì, un nuovo incontro, un faccia a faccia decisivo per siglare l’accordo che consenta di riprendere il cammino della riforma. Per riformarla ancora. Una decisione a due di fatto che lascia fuori da giochi gli altri partiti, anche se già lunedì Ncd aveva risposto positivamente all’ipotesi. 

Dal governo confermano che l’intenzione è incassare il via libera alla nuova legge elettorale a Palazzo Madama entro Natale, per poi approvarla in via definitiva alla Camera al massimo all’inizio del 2015. Renzi ieri in direzione ha rassicurato la minoranza dem che l’intenzione non è dotarsi di uno strumento per andare a votare. Tanto che ha smentito l’ipotesi, che circola nei gruppi parlamentari, di voler applicare l’Italicum anche al Senato, oltre che alla Camera: è la testimonianza del fatto che si vuole portare a termine anche il percorso più lungo della riforma costituzionale che rende il Senato non elettivo. Ma certo, ammette qualche renziano, approvare l’Italicum darebbe un messaggio preciso a chi tenta di frenare il governo: nessuna paura di andare alle urne, ove necessario. Tanto più che le simulazioni dimostrano che anche senza l’Italicum, con il Consultellum, un Pd al 40% potrebbe sperare di conquistare la maggioranza assoluta delle Camere. Perché la legge elettorale riprenda il suo cammino al Senato, però, è necessario sbloccare l’accordo politico tra i contraenti del patto del Nazareno. “La commissione è ferma perché senza quel via libera – spiega un senatore dem – rischiamo di trasformarla in un Vietnam”. Dunque, è necessario innanzitutto che il leader di Fi dia a Renzi una risposta sull’idea, che vede anche Alfano favorevole, di dare il premio alla lista.

L’ipotesi però suscita non pochi mal di pancia dentro Forza Italia, per il sospetto che il partito attuale, con la sua classe dirigente, possano finire ‘in soffitta’. Senza considerare che con i sondaggi attuali l’eventuale ballottaggio con il Pd se lo giocherebbe il M5S, non FI. Il rischio per il Cav è dunque quello di un ‘ammutinamento’ dentro il partito e i gruppi, che il leader incontrerà nei prossimi giorni. Solo lunedì la proposta di Renzi sembrava non piacere troppo a Forza Italia. “La proposta mi lascia perplesso” diceva il portavoce Giovanni Toti. E Paolo Romani avvertiva che “ogni modifica, anche migliorativa, deve essere concordata”.  Solo quando avrà una risposta pronta, dunque, Berlusconi dovrebbe tornare a incontrare Renzi, per chiudere la partita. Ma l’ex Cavaliere, afferma più d’uno, non avrebbe nessuna fretta. Dunque il vertice non sarebbe in programma per questa settimana.

La calendarizzazione della legge avverrà a breve. La commissione è pronta. L’intenzione resta quella di far procedere la riforma del sistema di voto in parallelo con la riforma costituzionale. L’ipotesi è che si possa chiudere l’iter dopo il via libera in prima lettura al ddl Boschi alla Camera (presumibilmente, si potrebbe arrivare all’inizio del nuovo anno). Ma poi, in ogni caso, assicurava Renzi in direzione, si metterà la legge ‘in freezer’: “La terremo lì fino al 2018, perché nessuno la vuole usare prima” per elezioni anticipate. Inoltre, resta il fatto che l’Italicum è un sistema di voto per la sola Camera: “Si è scelto, sul Senato, di fare un percorso diverso, di attendere la fine della riforma costituzionale” che lo renderà non elettivo. 

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