Luigi Di Maio conferma la linea Beppe Grillo. Il vicepresidente della Camera che non vuole essere chiamato leader, ma che è nei fatti uno dei punti di riferimento del Movimento 5 stelle, difende le ultime prese di posizione su immigrazione ed espulsioni. Mentre la base e qualche parlamentare sono sempre più in agitazione, Di Maio garantisce che tutto è sotto controllo. Nessun terremoto interno, nessun dubbio. Nemmeno dopo la decisione dei vertici di espellere i quattro attivisti di Roma saliti sul palco al Circo Massimo per chiedere più trasparenza nelle decisioni: “Sono persone”, ha detto intervistato da Radio 102.5, “che hanno tradito la nostra fiducia. Erano lì, alla festa, come addetti alla sicurezza e con quel gesto hanno messo in pericolo tutti noi. Voglio ricordare, poi, che noi applichiamo meno provvedimenti di espulsione rispetto a tutti gli altri partiti. Il pandemonio che è stato creato in questo caso specifico credo che offenda anche l’intelligenza delle persone che seguono i media e gli strumenti di informazione”. Ma non è stata l’unico annuncio M5s delle ultime ore che ha messo in subbuglio i grillini. Con un post sul blog Grillo ha chiesto un intervento più severo sugli immigrati che arrivano in Italia. E così Di Maio ha ribadito che gli immigrati rappresentano un grosso rischio per l’Italia, in un momento in cui molti paesi dell’Africa sono piegati dall’epidemia dell’Ebola e il terrorismo islamico sta prendendo sempre più piede.
Per questo, ha detto il vicepresidente della Camera, servono maggiori controlli, più collaborazione da parte degli altri paesi europei e il rispetto dei trattati per il rimpatrio. Parole che fanno l’eco a quelle di Beppe Grillo: “Chi entra in Italia”, ha scritto il leader sul blog, “con i barconi è un perfetto sconosciuto: va identificato immediatamente, i profughi vanno accolti; gli altri, i cosiddetti clandestini rispediti da dove venivano. Chi entra in Italia sia sottoposto a visita medica obbligatoria all’ingresso per tutelare la salute sua e degli italiani”. E così Di Maio: “In Italia sono arrivati tanti immigrati quanti sono gli abitanti del Molise, è un’emergenza. Inoltre, un afflusso così massiccio con scarsi controlli mette in pericolo la sicurezza degli italiani perché su quei barconi possono esserci persone che hanno contratto l’Ebola o membri dell’Isis“. Alla replica sul fatto che il periodo d’incubazione della malattia, 21 giorni, renda improbabile l ‘arrivo di persone che hanno contratto il virus, visto che i “viaggi della speranza” hanno una durata molto più lunga, Di Maio ha risposto: “Non sono qui per fare allarmismi. Dico solo che si devono far rispettare i trattati sul rimpatrio e quando gli immigrati arrivano si deve sapere dove metterli, dove devono andare”. I 5 stelle sempre più vicini alle posizioni della Lega Nord, almeno secondo le accuse di alcuni. Ma il vicepresidente della Camera ha assicurato che non è quello il campo di azione per le prossime alleanze: “Noi con la Lega? No, fanno parte di quella politica che negli ultimi 20 anni non ha fatto niente”. Così ha attaccato anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi: “La nostra posizione imbarazzante? Lo fa solo per coprire le sue porcate, il governo italiano è riuscito a far emigrare più italiani di quanti non siano gli immigrati arrivati nel nostro Paese“.
Ma non è così facile la situazione in casa 5 Stelle. La settimana post manifestazione del Circo Massimo ha visto la cacciata di due esponenti locali. Prima il consigliere regionale dell’Emilia Romagna Andrea Defranceschi e poi il primo cittadino di Comacchio (Ferrara) Marco Fabbri. Uno condannato dalla Corte dei conti, l’altro eletto in Provincia nonostante il divieto del leader M5s. Entrambi hanno violato le regole, ma la loro uscita ha creato numerosi malumori. Poi la decisione di Grillo e Casaleggio di allontanare gli attivisti che avevano fatto domande su trasparenza e democrazia diretta. Il cofondatore M5s dal palco di Roma aveva garantito: “Ci chiedono un controllo esterno della piattaforma, glielo daremo”. Poi la decisione a sorpresa di intervenire anche contro gli attivisti che ha provocato nuove perplessità. Intanto nelle prossime ore ci sarà l’elezione del nuovo capogruppo alla Camera. Tra i potenziali candidati c’è anche Massimo Artini, deputato nel mirino del blog negli ultimi giorni per la sua attività di informatico per il gruppo a Montecitorio. A luglio ha organizzato una votazione online senza passare dall’autorizzazione di Casaleggio. E questo non è piaciuto dall’alto. Alcuni assicurano potrebbe partire una richiesta di espulsione, ma al tempo stesso potrebbe avere i voti sufficienti per conquistare la carica di capogruppo. Così mentre Di Maio difende la linea, nelle retrovie il dibattito è appena cominciato.