La giornalista torna alla conduzione della striscia pre serale (primo ospite previsto il premier Matteo Renzi) e Floris, che dice addio al "suo" Diciannoveequaranta, si prepara a sfidare Fazio con un approfondimento in onda nel weekend. Intanto, DiMartedì recupera share su Ballarò, che continua a perdere terreno
Lilli Gruber sta tornando e da lunedì prossimo riprenderà possesso del “suo” Otto e mezzo. E con la fine della supplenza forzata di Giovanni Floris, non si può più fare a meno di parlare dell’elefante nella stanza: la striscia quotidiana dell’ex conduttore di Ballarò. Diciannoveequaranta non tornerà in onda, nonostante le rassicurazioni di qualche tempo fa, quando Floris aveva potuto nascondere per un po’ il disastro di ascolti con la sostituzione in corsa della Gruber. Il format era stato un flop clamoroso, con un share del 2% e una manciata di arditi telespettatori. E visto che l’investimento di Urbano Cairo e di La7 sull’ex volto di RaiTre è assai importante, non ci si può permettere di accanirsi su un progetto fallimentare. Con il ritorno della Gruber a Otto e mezzo, a quanto pare Giovanni Floris ripartirà, oltre che dal consueto DiMartedì in prima serata, da un nuovo programma di approfondimento nel weekend, tra il tg e la prima serata. Per impacchettarlo come si deve, dalle parti di La7 parlano di un anti-Fazio, ma la verità è che potrebbe trattarsi di un nuovo In Onda cucito addosso a Floris. Un po’ poco, forse, per l’uomo arrivato alla corte di Cairo con un concerto di trombe e un lunghissimo tappeto rosso, ma i tempi sono quelli che sono, i talk politici vanno malissimo e tocca arrangiarsi.
Intanto, Lilli Gruber riparte con l’ospite degli ospiti, colui che fa impennare gli ascolti: il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Da Floris, probabilmente, non ci sarebbe mai andato, visto che i rapporti tra il premier e il giornalista non sono certo idilliaci. Ma se sulla striscia quotidiana il giornalista ha una bella gatta da pelare, sta cominciando ad andare meglio l’appuntamento settimanale con DiMartedì. La puntata di ieri sera ha ottenuto un ascolto di 999mila spettatori, per uno share del 4,46%, mentre su RaiTre il Ballarò di Massimo Giannini continua a perdere terreno e si è fermato a 1,3 milioni (share del 5,74%). La forbice tra i due programmi continua a ridursi considerevolmente, e c’è già chi si aspetta il sorpasso storico già dalla prossima settimana. Giannini non è ancora riuscito a incidere sulle dinamiche di Ballarò, e i maligni sussurrano che non ci riuscirà mai. Ma se Floris a La7 può abbandonare i vecchi progetti e tentare di ripartire con una nuova formula, Giannini non ha questa “fortuna”.
In Rai le cose funzionano diversamente: Ballarò resterà Ballarò, e continuerà ad andare in onda il martedì in prima serata. Se l’ex vicedirettore di Repubblica riuscirà a risollevarne le sorti, bene per lui e per una RaiTre sempre più in affanno. In caso contrario, questa potrebbe essere l’ultima stagione per il talk della terza rete. È un periodaccio, per i talk politici. E il destino di questo o quel programma balla sul filo di decimali di share. Il presente è di fiction e intrattenimento, e forse i dirigenti televisivi dovrebbero riflettere sulle cifre esorbitanti spese per accaparrarsi questo o quel giornalista. È stata una bolla di mercato. E gli speculatori catodici adesso sono costretti a portare a casa un minimo di risultato. In caso contrario, a casa potrebbero tornarci loro. Più ricchi di sicuro, ma professionalmente sgonfiati.