L'omicida, dopo aver ucciso la sua compagna Sonia Trimboli, ha spiegato al giudice di essere "molto geloso" e che "l'abuso di alcol e droga" è stato un elemento che ha inciso sulla loro relazione
“È successo qualcosa che non so spiegare. Un istante di follia, un raptus“. È quanto ha detto Gianluca Gerardo Maggioncalda, l’uomo di 42 anni finito in carcere con l’accusa di omicidio per aver strangolato domenica 19 ottobre la fidanzata Sonia Trimboli. Interrogato dal gip di Milano Donatella Banci Buonamici, l’uomo ha confessato di essere “molto geloso“, nonché di aver “bevuto molto” quel pomeriggio. Maggioncalda aveva già picchiato la donna e per questo era già stato denunciato due mesi fa. All’interrogatorio, l’uomo ha detto anche di provare “dolore per Sonia e per i suoi cari”.
Come riferito dal suo legale, l’avvocato Luigi Aleramo Rossi, Maggioncalda, rinchiuso a San Vittore e ascoltato per circa due ore dal gip, dopo aver subito confessato l’omicidio, ha “ulteriormente chiarito alcuni aspetti del rapporto che aveva con la donna, un rapporto di conoscenza abbastanza lungo, che si era trasformato poi in un rapporto sentimentale da pochi mesi”. Secondo il legale, l’uomo “sta affrontando con dignità il suo percorso di assunzione di responsabilità, e oggi è stato certamente un momento non facile e toccante”.
Maggioncalda l’omicidio come un “qualcosa che non riesco a spiegare”, chiarendo che il loro rapporto era fortemente segnato da un “contesto generale, fatto di abuso di alcol e droga“. Secondo il legale, dall’interrogatorio non è emersa “la goccia che ha fatto traboccare il vaso quel pomeriggio”, ma l’uomo ha spiegato al giudice di essere “molto geloso”. Al momento il legale non ha avanzato alcuna istanza al gip.