Accordo sulle basi da cui partirà la commissione d'inchiesta: sarà solo in una Camera, ma saranno recepite tutte le questioni avanzate dal dossier delle associazioni dei familiari delle vittime
M5s, Pd e Sel hanno raggiunto un accordo sulla commissione d’inchiesta sulla tragedia del Moby Prince, all’esame della commissione Trasporti in Senato. Punti fermi del compromesso: la commissione sarà monocamerale (proposta dei democratici) ed il recepimento integrale dei quesiti portati dai familiari delle vittime all’attenzione dei gruppi politici, preteso da Cinque Stelle e Sinistra ecologia e libertà. Quindi rientrerà “in gioco” per esempio l’aspetto dei tempi di sopravvivenza, sui quali le associazioni dei parenti dei 140 morti si battono da tempo. Saranno risolti solo in sede d’esame gli altri due elementi di dibattito tra i promotori, cioè la durata dell’inchiesta ed il budget a disposizione dei commissari: 2 anni e 30mila euro è il tetto fissato dai senatori del Partito Democratico, mentre l’indeterminazione di entrambi è quanto chiedono M5s e Sel, per la necessità di dare libertà decisionale alla commissione in funzione delle esigenze conoscitive rilevate.
Particolari a parte, l’elemento centrale dell’accordo dibattuto ieri, martedì 21 ottobre, resta la scelta monocamerale, che lega il destino della commissione d’inchiesta a quello dell’attuale legislatura. L’eventuale scioglimento anticipato di quest’ultima corrisponderebbe infatti al decadimento della Commissione anche nel caso di mancata conclusione dei lavori. L’ipotesi bicamerale continua ad essere rifiutata dal Partito Democratico, nonostante sia stato già avviato alla Camera l’esame della proposta d’inchiesta avanzata da Sel. Potrebbe quindi prodursi il paradosso del voto in aula su due commissioni d’inchiesta monocamerali con il medesimo testo e gli stessi quesiti di accertamento sulla sciagura del 1991. Questa soluzione, possibile al momento, appare tuttavia remota se si considera che il Senato dovrebbe anticipare la Camera nel voto, proprio grazie alla manovra operata dal senatore Pd Marco FIlippi, di far sottoscrivere la proposta in esame a cinquanta senatori e così ottenere la procedura d’urgenza prevista dall’articolo 162 del regolamento del Senato.
Alla prima occasione di dialogo ufficiale pare quindi raggiunto un accordo, atteso da mesi dai familiari delle 140 vittime della tragedia di Livorno, tra le tre forze politiche. Per la prima volta in quasi 24 anni il Parlamento italiano sembra vicino a prendersi carico di fornire risposte ai quesiti sollevati dalle associazioni dei parenti e rimasti inevasi nel lungo iter giudiziario della vicenda, conclusosi 4 anni fa con un’archiviazione.