Politica

Stabilità, “chiarimenti” in corso tra Roma e Bruxelles su coperture e riforme

Mercoledì videoconferenza tra funzionari della direzione generale Affari economici della Commissione Ue e tecnici italiani. Ma la lettera con le osservazioni della Ue sull'ampiezza dell’aggiustamento dei conti, le coperture e le riforme resta in sospeso. Intanto a Roma il testo del ddl incassa la sospirata bollinatura della Ragioneria generale dello Stato. Il premier Renzi, in Senato per le comunicazioni sul Consiglio Ue in programma il 23 e il 24 ottobre, professa tranquillità: è tutto "naturale"

Chiarimenti in corso tra Bruxelles e Roma sulla legge di Stabilità. I colloqui tra le parti, secondo l’agenzia Ansa, si sono svolti mercoledì nel corso di una videoconferenza a cui avrebbero preso parte funzionari della Direzione generale per gli affari economici della Commissione Ue e tecnici italiani. Nel frattempo, sempre stando a fonti europee, l’invio della lettera con le osservazioni della Ue sull’ampiezza dell’aggiustamento strutturale dei conti, sulle risorse necessarie per finanziarle e sugli interventi di riforma che l’esecutivo Renzi intende mettere in campo resta in sospeso e potrebbe slittare a giovedì. Mentre il testo del ddl non ancora reso pubblico incassa la sospirata “bollinatura” della Ragioneria generale dello Stato e attende ora la firma del presidente della Repubblica. 

Jyrki Katainen, commissario agli Affari economici e vicepresidente in pectore della prossima Commissione a guida Jean Claude Juncker, ha sminuito la portata delle trattative che proseguono da giorni facendo sapere attraverso il suo portavoce che “le consultazioni in corso in queste ore sulla legge di Stabilità non pregiudicano il giudizio finale della Commissione”, ovvero non significa che sarà “necessariamente negativo”. D’altronde, in base alle indiscrezioni circolate in queste ore, il finlandese avrebbe una posizione più morbida rispetto al presidente uscente della Commissione, José Manuel Barroso, che vorrebbe dall’Italia maggiori sforzi sull’aggiustamento strutturale, pari ad almeno lo 0,5%, laddove il governo ha invece indicato lo 0,1%. A Katainen potrebbe andare invece bastare l’attivazione della “riserva” da 3,4 miliardi messa da parte dallo stesso governo in caso di rilievi Ue, che porterebbe lo sforzo a circa lo 0,25%. Secondo il Financial Times, la Commissione avrebbe pronte “richieste formali” di dettagli a Italia, FranciaAustria, Malta e Slovenia. .

Matteo Renzi professa tranquillità. “In queste ore a fronte di rilievi sempre fatti rispetto alla legge di stabilità si dice ‘arriva la lettera della Ue’, cosa che fa evocare chissà quali procedure, messaggi o minacce“, spiega il premier nell’Aula del Senato parlando del Consiglio Ue in programma il 23 e il 24 ottobre. Ma tutto questo “è naturale“, come è “naturale che l’Italia sia protagonista con la propria voce” senza “diktat esterni“. Il premier difende la posizione dell’Italia nei confronti di Bruxelles: “Quando andiamo ai Consigli europei non siamo degli osservati speciali che hanno dell’Europa l’immagine di una maestra severa e arcigna, che ci spiega cosa fare. Ma siamo un Paese che dovendo svolgere un percorso di riflessione su se stesso e lo sta facendo perché lo ha deciso”. Basta, quindi, alla “subalternità culturale” rispetto all’Europa: “E’ sufficiente una mezza dichiarazione del portavoce dell’aiutante del sottosegretario della Commissione per avere titoloni sui giornali tipo ‘l Ue avverte, intima, minaccia’”. Al contrario l’Italia deve sentirsi “all’interno delle istituzioni europee a casa propria”.

Intanto, però, a sette giorni dal Consiglio dei ministri che lo ha varato, il testo del disegno di legge di Stabilità 2015 non si è ancora visto. “Il testo, corredato di relazione illustrativa è stato presentato dal Ministero dell’economia e delle Finanze al Consiglio dei ministri che lo ha discusso il 15 ottobre, approvandolo salvo ulteriore affinamento tecnico”, si legge in una nota diramata martedì sera dal ministero del Tesoro, che ha così ammesso una volta per tutte che il testo approvato dal Consiglio dei ministri mercoledì 15 era tutt’altro che definitivo. Smentendo, tra l’altro, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che subito dopo il Cdm aveva promesso la diffusione del documento “nelle prossime ore, già stasera”, mentre il premier Renzi era stato leggermente più cauto parlando di “domani mattina”.

Martedì sera un nuovo mistero: il ddl è arrivato al Quirinale “in attesa di bollinatura da parte della Ragioneria Generale dello Stato”, si legge in una nota del Colle, che commentava con freddezza l’irritualità del fatto. Riassumendo: il testo della legge di Stabilità, di cui al momento si conoscono i contenuti solo per sommi capi, è arrivato sulla scrivania di Giorgio Napolitano senza che la Ragioneria generale dello Stato lo abbia vidimato attestando l’adeguatezza delle coperture. “Sono attualmente in fase di completamento la relazione tecnica e le tabelle di accompagnamento”, scrive ancora il Tesoro. “In attesa della bollinatura, prevista per domani (mercoledì, ndr), l’articolato legislativo è stato anticipato al Quirinale”. Dove, nonostante la sua incompletezza, sarà “oggetto di un attento esame” da parte del presidente della Repubblica.