L’assemblea plenaria del Parlamento europeo ha approvato la nuova Commissione Europea guidata da Jean Claude Juncker: 423 sì, 209 no, 67 astenuti il risultato del voto elettronico. Il sostegno è arrivato da socialdemocratici, popolari e liberali. Contrari euroscettici, verdi, sinistra, si sono astenuti i conservatori. “Alla mia età non comincerò una carriera da dittatore” spiega Juncker aprendo il suo discorso di presentazione della squadra di commissari per chiedere la “fiducia” al Parlamento, spiegando che “non mi aspetto obbedienza cieca” perché la sua Commissione sarà “più politica”. La Ue, ha aggiunto Juncker, “deve avere anche un’altra ‘tripla A’, quella sociale, altrettanto importante di quella economica”. Juncker e Jyrki Katainen presenteranno “prima di Natale” il piano di investimenti da 300 miliardi di euro: “C’è fretta”, aggiunge, specificando che il piano “non può essere finanziato con il debito”. Secondo il presidente della commissione, inoltre, è “ridicolo che ci siano solo 9 donne su 28 commissari”, ricordando le difficoltà per ottenere che i governi proponessero un minimo sufficiente di candidate donne nella sua nuova squadra.
Un appoggio chiaro è stato espresso dal capogruppo del Ppe Manfred Weber. “Noi come Ppe – ha affermato Weber – appoggiamo la Commissione Juncker ed ora voglio che si passi ai fatti, voglio vedere i contenuti”. Un sostegno stimolante e “incalzante” anche da parte dei socialisti che, avverte il capogruppo S&D Gianni Pittella (Pd), “non accetteranno operazioni cosmetiche” sul piano per gli investimenti. Il M5S dice no alla Commissione Juncker, come annuncia il co-presidente del gruppo euroscettico Efdd, David Borrelli: “Vogliamo più rispetto per i cittadini, per le Pmi, per l’ambiente e più solidarietà, perché i poveri non possono aspettare”..
Mentre Nigel Farage, leader di Ukip alleato del M5s, ha assicurato – rivolto alla commissione che – “questa sarà l’ultima Commissione che governerà la Gran Bretagna, perché tra cinque anni noi saremo fuori” dalla Ue, il gruppo Ecr dei conservatori ha annunciato, per bocca del suo leader Syed Kamall, l’intenzione di astenersi: Kamall si è detto “deluso” dalla nomina del commissario al bilancio: “C’è un socialista (Pierre Moscovici, ndr) che visti i risultati nel passato, è come mettere un alcolizzato alla guida di un bar”. Senza appello il giudizio della sinistra che riunisce anche i parlamentari della Lista Tsipras: “Il Gue ha forti riserve, per ragioni politiche – ha spiegato il cipriota Neoklis Sylikiotis – per l’attaccamento della Commissione al neoliberismo che ha fatto crescere la disoccupazione, ha portato alla deregolamentazione del lavoro, all’asfissia delle Pmi, alla povertà”. Un no chiaro anche dai Verdi: “Stimo Juncker, lo stimo da anni”, ha affermato in aula la capogruppo Rebecca Harms, “ma – ha aggiunto – non possiamo votare la sua Commissione”. Le criticità sono legate alle nomine di alcuni commissari, su tutti l’ungherese Tibor Navracsics alla cultura ed educazione e la “mancanza di una politica di crescita sostenibile”.