A sei mesi dal giorno in cui mise per la prima volta piede nella struttura, la frequentazione con la Sacra Famiglia di Cesano Boscone per l’ex Cavaliere potrebbe concludersi prima del previsto. Da oggi Silvio Berlusconi, in affidamento in prova ai servizi sociali per un anno dopo la condanna definitiva per il caso Mediaset, potrà chiedere la liberazione anticipata. Tra 24 ore infatti, saranno maturati i termini di sei mesi dopo i quali il leader di Forza Italia potrà presentare al giudice della Sorveglianza di Milano Beatrice Crosti l’istanza per ottenere una riduzione di 45 giorni del suo percorso di “rieducazione” presso l’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone dove assiste gli anziani ricoverati.
Il suo primo giorno a Cesano Boscone era stato lo scorso 9 maggio, ma dal punto di vista formale l’affidamento in prova aveva preso il via il pomeriggio dello scorso 23 aprile con la firma dell’ex capo del Governo del verbale con le prescrizioni stabilite dal magistrato e cioè le regole, in tutto una dozzina, a cui deve attenersi salvo particolari deroghe: tra queste, oltre a quella di non pronunciare parole “offensive” e di “spregio” nei confronti dei giudici e all’attivià di volontariato per una mattina alla settimana, il divieto di lasciare la Lombardia e l’obbligo di trascorrere la notte (dalle 23 alle 6 del mattino) ad Arcore, eccetto dal martedì al giovedì sera, giorni in cui può recarsi a Roma, palazzo Grazioli, per la sua attività politica. A ciò si aggiungono, per esempio, il divieto di viaggi notturni e all’estero e di “frequentare pregiudicati“.
Ora dunque trascorso il primo semestre in regime di affidamento in prova, l’ex Cavaliere potrebbe quindi presentare, in qualunque momento, la richiesta di liberazione anticipata. Richiesta che, da quanto è trapelato, deve ancora valutare con i suoi legali e che comunque dovrà essere concessa dal giudice Crosti dopo la lettura del ‘fascicolo’ di Berlusconi in cui sarà, tra l’altro, anche inserita la relazione semestrale redatta dalla responsabile dell’Uepe di Milano, Severina Panarello – con cui ha colloqui più o meno mensili -, e le ‘ammonizioni’ ricevute per via di alcuni episodi in cui ha usato frasi poco ortodosse nei confronti di magistrati.