Mentre in Italia anche Ibs entra nella piattaforma Tolino per sfidare il gigante Amazon sul mercato online, negli Stati Uniti il gigante delle vendite via web dopo il negozio a New York, si appresta ad aprirne altri due: uno a San Francisco e l’altro a Seattle. E questo cosa c’entra con gli e-book? Ancora un po’ di pazienza e ci arriviamo.
In un’intervista al Wall Street Journal il portavoce della società ha precisato che i negozi dovrebbero essere temporanei, solo in vista degli acquisti natalizi. A New York, Amazon ha scelto bene il luogo dove insediare il suo punto vendita, a pochi passi da Macy’s, uno dei luoghi culto dello shopping della città della Mela. Ma io sono pronta a scommettere che, se l’esperimento funzionerà, i tre store continueranno a ricevere i clienti anche dopo il primo gennaio e magari Amazon farà nascere una catena monomarca.
La prima considerazione è che anche il gigante dell’e-commerce cerca un contatto diretto con gli acquirenti. Nei negozi, infatti, i clienti potranno ritirare gli acquisti fatti online, ricevere supporto per il Kindle -l’e-reader di Amazon- e probabilmente anche per l’acquisto e lo scarico degli e-book. Ed ecco che il sistema di Jeff Bezos appare nella sua interezza. Non solo e-commerce, ma anche luogo fisico dove interagire con le persone. A pensarci bene, la nuova strada intrapresa da Amazon sembrerebbe in controtendenza rispetto al fatto che negli Stati Uniti si registrano nuove aperture di librerie indipendenti, mentre faticano le catene. Finora le scelte della società di Seattle si sono rivelate vincenti, staremo a vedere.
Ma torniamo alle nuove aperture di librerie indipendenti che sono annunciate, corredate da numeri, sul sito dell’Aba, American Bookseller Association, l’associazione che riunisce le librerie d’oltreoceano. Come è possibile se da noi sono proprio le librerie indipendenti ad essere più penalizzate? Forse la spiegazione è nell’attività che l’Aba svolge a favore dei librai, ponendo l’accento sulle iniziative che l’Associazione ha organizzato per formare e informare i librai sull’editoria digitale e consentire loro di assistere il cliente nell’acquisto degli e-book. Oltreoceano i libri digitali non sono considerati “un nemico”, al contrario convivono virtualmente e felicemente nelle librerie con i loro fratelli cartacei.
L’Associazione ha un approccio molto aperto e collaborativo anche nei confronti degli autori Indie o auto-pubblicati, e nel sito vi è uno spazio interamente dedicato alle tecnologie digitali e all’auto-pubblicazione. In queste pagine viene spiegato innanzitutto che le nuove tecnologie rappresentano un’opportunità, un modo per ampliare il mercato. Insomma nelle librerie indipendenti americane i lettori vanno, guardano, chiedono consiglio e acquistano i libri, cartacei o digitali.
E in Italia?
L’approccio dell’Ali-Associazione Librai Italiani è molto diverso. Navigando il sito dell’Associazione non si trovano pagine o iniziative dedicate all’editoria digitale. Per l’Ali è come se non esistesse. Sono andata anche nello spazio dedicato alla formazione e non ho trovato nulla. Per i librai gli e-book sono i nemici, quelli che allontano i clienti e fanno diminuire le già scarse vendite. Eppure i loro “colleghi” americani raccontano, con i numeri, una storia completamente diversa e di successo.
Forse sarebbe meglio imparare e “copiare”, ne guadagnerebbero, librai e lettori.