A partire da oggi, venerdì 24 ottobre, iPad Air 2 è disponibile anche in Italia (da 499 euro per il modello da 16Gb fino a 699 euro per il modello da 128 Gb). Il Fatto.it ha testato il nuovo tablet. Ecco il risultato.
Lo schermo – Come annunciato nel corso della presentazione, lo schermo del nuovo iPad rappresenta il punto forte della reingegnerizzazione operata sul tablet. L’eliminazione dello strato d’aria tra la copertura in vetro e la superficie sensibile al tocco, oltre a portare lo spessore del tablet ai minimi storici, migliora decisamente la qualità della visualizzazione. Sia sotto il profilo dei riflessi, ridotti anche dalla copertura introdotta con questa versione di iPad, sia sotto quello della qualità del colore e, in particolare, della profondità dei neri. Il nuovo display ha migliorato anche il livello di sensibilità al tocco, percepibile in maniera evidente durante l’utilizzo. In particolare, lo schermo reagisce anche ai movimenti molto rapidi delle dita, che in passato non venivano registrati. La riduzione di dimensioni è davvero notevole e la sensazione, nel tenere in mano il tablet, decisamente positiva. L’impressione è quella di avere tra le mani un “pezzo di vetro” che magicamente visualizza immagini al suo interno e reagisce ai comandi a tocco. L’unica controindicazione riguarda le vibrazioni che vengono trasmesse alla mano dall’altoparlante. Con uno spessore di 6,1 millimetri, d’altra parte, c’era da aspettarselo.
Lo schermo reagisce anche ai movimenti molto rapidi delle dita
Potenza tutta da sfruttare – All’interno di iPad Air 2 c’è il chip A8X, sviluppato specificatamente per il nuovo tablet, che secondo quanto dichiarato da Apple, sarebbe il 40% più veloce del precedente A7, offrendo prestazioni grafiche 2,5 volte superiori. A fornire un “aiutino” in questo senso, però, è anche il raddoppio della memoria RAM. Nonostante alle nostre domande in merito i responsabili di Apple si siano trincerati dietro una sorta di “no comment”, il passaggio a 2 Gb di Ram è stato confermato da chi negli Usa si è preso la briga di fare a pezzi il nuovo tablet per esplorarne la componentistica. I primi test circolati sul web, in ogni caso, confermano i miglioramenti in termini di prestazioni, ma nell’uso quotidiano è piuttosto difficile rendersene conto. Quello dei sistemi Apple, infatti, è un ecosistema “chiuso”. Visto che il produttore si occupa sia dell’hardware che del software, imponendo la sua approvazione anche per qualsiasi app prodotta da altri, l’ipotesi che faccia la sua comparsa un software in grado di mettere in crisi i suoi prodotti è pressoché esclusa.
È una filosofia che può piacere o meno, ma che ha fatto la fortuna dei prodotti Apple. Fatta questa premessa, è evidente che ogni avanzamento dal punto di vista delle prestazioni apre semplicemente nuove prospettive per gli sviluppatori, che potranno “osare” di più. Le vere potenzialità del chip A8X, quindi, diventeranno evidenti solo con le app studiate specificatamente per iPad Air 2. Durante il briefing con Apple abbiamo potuto saggiarle constatando l’efficacia delle funzioni di elaborazione video in tempo reale con Replay, un’app dedicata che sfrutta a pieno le capacità del grafiche del nuovo chip e che era stata già mostrata all’opera durante la presentazione. Confermate anche le previsioni riguardo l’autonomia. Anche al primo ciclo di carica, infatti, la batteria consente una giornata piena di utilizzo.
La app Replay sfrutta a pieno le capacità del grafiche del nuovo chip
Come iPhone, meno di iPhone – Come anticipato, gli elementi mutuati dallo smartphone di casa Apple sono parecchi. Stranamente, però, il tablet rimane indietro rispetto allo smartphone, per lo meno sotto alcuni aspetti. Partendo dalla dotazione fotografica, iPad Air 2 si dota di una fotocamera posteriore da 8 megapixel e adotta l’obiettivo f/2.2 per la fotocamera frontale (quella dedicata a FaceTime e ai selfie) esattamente come nel caso di iPhone 6. Anche le modalità di scatto e ripresa video ricalcano quelle del nuovo smartphone: scatto a raffica, time-lapse e moviola a 240 frame al secondo.
Dal punto di vista hardware, però, ci saremmo aspettati che adottasse lo stesso stabilizzatore ottico montato sull’iPhone 6 Plus. Il tablet invece, complice probabilmente la riduzione di dimensioni, utilizza invece il “normale” sistema di stabilizzazione digitale di iPhone 6. Meno comprensibile il fatto che, con iOS 8.1, non sia stata introdotto lo stesso “potenziamento” della tastiera adottato su iPhone. In quest’ultimo, quando si ruota lo schermo in orizzontale, la tastiera si amplia automaticamente visualizzando alcuni tasti più utili in fase di scrittura, per esempio i cursori per spostarsi all’interno del testo.
Lo smartphone, però, sotto alcuni aspetti, “sorpassa” il tablet
Nel caso dell’iPhone 6 Plus, poi, sono compresi anche i tasti per eseguire le operazioni di “copia” e “taglia”. Nel nuovo iPad Air 2, invece, la tastiera ha il solito formato. Più che di una precisa scelta, sembra trattarsi di una semplice dimenticanza. Per trovarci con una tastiera più “evoluta”, quindi, dovremo probabilmente aspettare i prossimi aggiornamenti del sistema operativo. Tra le novità introdotte c’è anche Touch ID, il sistema di rilevamento delle impronte digitali che può essere usato in alternativa sia al Pin di sblocco del dispositivo, sia alla password per l’acquisto all’interno di iTunes, di App Store e delle app compatibili con Apple Pay.
Come già nell’iPhone, il sistema si dimostra decisamente pratico e snellisce notevolmente le procedure di conferma in fase di acquisto. Nel caso di iPad, però, non è previsto l’uso del sistema NFC per fare acquisti in negozi “fisici”. Una scelta, tutto sommato, più che sensata. Portarsi dietro un tablet da 9,7 pollici come strumento di pagamento al posto della carta di credito, in fondo, non sarebbe esattamente “pratico”.
Per questa prova è stato utilizzato un dispositivo fornito in comodato da Apple.