È accusato di aver pagato per fare sesso con cinque minorenni. La prima udienza è stata fissata il 7 gennaio prossimo. L'imputato: "Sono state contestate accuse che non stanno né in cielo né in terra"
Quando fu arrestato disse che amava ed era il fidanzato uno dei ragazzini che per la Procura di Roma erano vittime delle sue attenzioni. Oggi il disturbatore più noto e visibile della televisione italiana Gabriele Paolini è stato rinviato a giudizio e dovrà affrontare un processo a Roma perché accusato di aver pagato per fare sesso con cinque minorenni. Il gup della Capitale lo ha mandato a giudizio con l’accusa di induzione alla prostituzione, fissando il processo per il 7 gennaio prossimo davanti alla quinta sezione del Tribunale.
Il giudice ha recepito le richieste della Procura ribadendo per Paolini anche le accuse produzione di materiale pedopornografico e tentata violenza sessuale. Il gup Donatella Pavone nell’udienza precedente aveva respinto la richiesta di rito abbreviato, subordinato all’audizione dei cinque ragazzi, presunte vittime degli abusi, avanzata dai difensori di Paolini. Prima che il giudice si ritirasse in camera di consiglio l’imputato ha chiesto la parola per alcune dichiarazioni spontanee. Paolini ha respinto tutte le accuse e, tra le lacrime, ha affermato che nei suoi confronti “sono state contestate accuse che non stanno né in cielo né in terra, non ho mai spinto alcun minore alla prostituzione. Quello che mi spinge a lottare è l’amore che provo per uno dei cinque ragazzi coinvolti”.
Quattro italiani e uno romeno, secondo la Procura, i ragazzini che avrebbero subito abusi. I cinque, secondo l’accusa, vennero adescati dall’uomo tramite internet e filmati in alcuni video fatti in un garage. Nell’ordinanza di arresto il gip scriveva che il disturbatore televisivo ha messo in atto nei confronti dei ragazzini un “insistente tentativo di persuasione, pur a fronte delle palesi resistenze oppostegli, con modalità espressive di reiterata e collaudata tecnica di induzione”. Per l’accusa Paolini li avrebbe adescati in chat, plagiati e vinto le loro resistenze dopo averli convinti ad avere rapporti sessuali con lui a pagamento. Non solo. Per il gip quella di Paolini è stata una condotta “gravissima” compiuta con “freddezza, professionalità ed abilità”, descrivendo la personalità di Paolini caratterizzata da “assoluta incapacità di contenimento, esasperata ed anzi enfatizzata nella relazione con minori (testimoniata anche dalla esaltazione narcisistica insita nella auto-produzione del materiale)” e con “totale assenza di continenza e di rispetto dell’altrui persona, oltre a dispregio delle regole civili”.