Il combattente, identificato dal sito di monitoraggio Site Intelligence come Abu Umar al-'Ukaydi, è un esponente di spicco del gruppo terroristico e racconta di essere stato soccorso dall'operatore americano nei pressi di Deir az-Zour, città dove poi l'ex ranger è stato rapito
Un bombardamento del regime di Assad, un ferito del Fronte al-Nusra, un operatore che prende parte all’operazione e lo assiste. Quel jihadista (che racconta) è un esponente di spicco di Jabhat al-Nuṣra, Abu Umar al-‘Ukaydi, l’altro, l’operatore umanitario, è Peter Kassig, il prigioniero americano in mano ai miliziani dello Stato Islamico che minaccia di decapitarlo, dopo le uccisioni di James Foley, Steven Sotloff, David Haines e Alan Henning.
Lunedì 20 ottobre , il miliziano, identificato come membro di al-Nusra dal centro di monitoraggio dei gruppi jihadisti che ha diffuso i primi video dello Stato Islamico, Site Intelligence, ha pubblicato su Twitter il racconto del suo primo e unico incontro con Kassig. “Oggi – si legge in uno dei 6 post nei quali ricorda la storia – alcuni compagni mi hanno riferito che l’uomo che si è preso cura di me in un ospedale da campo e che ha eseguito un’operazione di successo è Peter Kassig”. L’americano, dopo aver servito l’esercito in Iraq, nel 2007, era tornato in Medio Oriente, a Deir az-Zour , in Siria, come operatore umanitario. Il 26enne non è un medico ma, come ha dichiarato in una sua recente intervista, poteva comunque “aiutare a pulire i pazienti, cambiare le bende, migliorare un po’ la qualità della vita delle persone”.
Proprio durante una delle sue permanenze in Siria, Kassig si sarebbe preso cura del membro di al-Nusra, prima di essere rapito, l’1 ottobre 2013. “Inizialmente – continua il miliziano nel suo racconto – credevo che quell’uomo fosse un medico straniero. Solo successivamente mi è stato chiaro che si trattava di un operatore umanitario che era a Deir az-Zour da più di un anno e che era stato rapito dall’Isis. Quando ho chiesto informazioni su di lui mi è stato risposto che era stato trasferito”.
Il racconto del miliziano, in conclusione, si concentra su ciò che ha provato quando ha scoperto dalla tv che Kassig sarebbe stato il prossimo uomo ad essere decapitato dallo Stato Islamico: “L’ho rivisto tempo dopo, quando è apparso nel video in cui l’Isis minaccia l’America. Non conosco molto di lui, ma so che è lo stesso che ha tolto una scheggia d’esplosivo dalla testa del fratello Abu Dujanah, il nostro leader di Deir az-Zour, e che ha curato molti feriti ad al-Huwaiqah e al-Rashdiah”.
Kassig è prigioniero dello Stato Islamico dall’1 ottobre 2013. Venne catturato proprio nella zona in cui si prese cura di al-‘Ukaydi, durante uno dei suoi viaggi in Siria, dove stava dando il suo aiuto come operatore umanitario nel curare i feriti. L’uomo, che durante la sua prigionia si è convertito all’Islam, prendendo il nome di Abdel Rahman, è il prossimo ostaggio dell’Isis che verrà decapitato nel caso in cui i vertici del califfato non cambino idea, come hanno annunciato nel video dell’uccisione di Alan Henning.
Twitter: @GianniRosini