In questi giorni alla Camera dei Deputati è in discussione la Legge delega per la riforma del codice della Strada che fra l’altro dovrebbe far riferimento ad un nuovo reato del Codice penale cioè quello di omicidio stradale (la cui introduzione è sostenuta anche da una campagna portata aventi da Rai Isoradio, la rete radiofonica informativa che ci accompagna sulle Autostrade) e al c.d. “ergastolo” della Patente (ritiro definitivo della Licenza di guida).
In un Paese come il nostro di incalliti automobilisti e dove il trasporto su strada riguarda circa l’80% delle merci, queste novità, che probabilmente verranno introdotte nel nostro ordinamento, potrebbero avere un forte impatto sul modo di guidare e di affrontare i viaggi, siano essi di lavoro che di svago.
Ma perché si è sentita l’esigenza di adottare simili provvedimenti?
Negli ultimi anni il verificarsi di incidenti a forte impatto emotivo sull’opinione pubblica, associato all’ampiezza e dimensione degli incidenti stradali con il loro carico di perdite di vite umane e di feriti, ha indotto la politica a considerare non più sufficienti come deterrenti le pene previste nella normativa in vigore a carico di chi, più o meno scientemente, provoca questi incidenti.
Vediamo allora quali sono i dati più recenti e il loro andamento negli ultimi anni e come si colloca l’Italia nel contesto europeo.
Anche se nell’ultimo decennio c’è stato un notevole decremento della mortalità (si è praticamente dimezzata dal 2001: -52%, Tabb. 1 e 2) e il numero degli incidenti così come quello del numero dei feriti si è ridotto di un terzo, restano sempre molto alti i costi sia in termini di vite andate perdute che in termini sociali e, quindi anche economici, di questo fenomeno.
Analizzando i dati, per rispondere alle domande relative a quando avvengono gli incidenti e per quali cause, possiamo già avere un’idea più chiara di quali possano essere alcuni possibili rimedi e interventi da mettere in atto per tentare di ridurne sempre più la consistenza.
Le stragi del sabato sera sono quelle che spesso attirano maggiormente l’attenzione dei media proprio perché coinvolti sono quasi sempre giovanissimi sovente sotto effetto di alcool o stupefacenti e di ritorno da discoteche, pub e locali di divertimento.
Vediamo quindi come si distribuiscono gli incidenti “notturni” nel corso della settimana. I dati non potevano che confermare che le punte più alte si toccano proprio nella notte del sabato e del venerdì quando la circolazione notturna è sicuramente più elevata, meno “disciplinata” e più “giovanile” (Tab. 3).
Agire su un’ulteriore riduzione degli attuali limiti di livello di alcool nel sangue e di uso di sostanze stupefacenti non crediamo possa essere un utile strumento di contenimento degli incidenti, dal momento che spesso si è riscontrato che chi aveva causato l’incidente superava i limiti di quattro/cinque volte il massimo previsto dalla legge. Ciò fa supporre la mancata presa in considerazione di qualsivoglia soglia da non superare. Probabilmente interventi a monte e diversificati potrebbero contenere molto meglio tali infauste eventualità. Controlli serrati sulla distribuzione incontrollata di alcolici e di droghe all’interno delle discoteche e dei locali, verifica sullo stato di coloro che si mettono alla guida all’esterno, ma soprattutto rendere i locali fruibili facilmente con i mezzi pubblici nonché insistere con campagne di informazione che inducano i giovani a fare in modo che chi guida la macchina non beva, magari facendo a turno fra gli amici, sembrano apparire strumenti perlomeno ugualmente incisivi.
Non è qui la sede ove affrontare il problema ancora più a monte sul perché i giovani si rifugino nello “sballo” del sabato sera. Ma è evidente che il problema dovrebbe essere affrontato a più livelli e con serietà, non solo agendo sul solo strumento della repressione e dei deterrenti.
Vediamo ora le cause degli incidenti (Tab. 4). Ovviamente non sempre è possibile identificare con precisione la causa di un incidente specie quando non vi sono testimoni diretti, cionondimeno la ricostruzione degli avvenimenti permette di stilare una specie di graduatoria di tali cause. Oltre la metà degli incidenti è ascrivibile a distrazione e mancata precedenza, seguite da velocità e mancata distanza di sicurezza. Tutte cause dovute a comportamenti imprudenti che, se è vero che possono essere stati determinati anche da abusi di alcool e di stupefacenti, sono soprattutto da ricondursi a imperizia, arroganza e stanchezza.
Ma nel confronto europeo l’Italia come si pone (Tab. 5)? Sicuramente il confronto è difficile perché si vanno a comparare realtà completamente diverse per morfologia del territorio, clima, stato delle strade e del parco macchine circolante, intensità di traffico, normative differenti e abitudini locali.
Comunque più che i limiti di velocità e il numero dei morti in valore assoluto potrebbe essere più significativo raffrontare il Tasso di mortalità per milione di abitanti (Tab.6).
Il nostro Paese si pone poco sopra la media europea nel 2013. Con valori molto simili tra loro, Romania, Polonia e Grecia sono, tra i Paesi considerati, quelli che presentano i tassi di mortalità più elevati. Mentre Svezia e Gran Bretagna sono i paesi dell’Europa che hanno un tasso di mortalità più basso e ben inferiore a quello dell’Italia.
A conclusione, quindi, di questa disamina potremmo porci la domanda se è giusto introdurre il reato di omicidio stradale e il c.d. “ergastolo” della Patente. La risposta probabilmente non la detiene nessuno, come ogni deterrente dissuaderà qualcuno, ma sicuramente non risolverà un problema complesso che richiede per la sua risoluzione altrettanto interventi articolati e a più livelli. Una manutenzione delle strade, dell’impiantistica e della segnaletica adeguata, limiti di velocità sensati, controlli puntuali, e molto altro ancora, ma, soprattutto, una nuova coscienza di chi si mette al volante basata sul rispetto delle regole e del prossimo.
Infine, da segnalare un modo nuovo di portare l’attenzione su questi problemi è quello della Mostra “Crash Art” organizzata da Rai Isoradio in collaborazione con Aci e Polizia Stradale e patrocinata dalla Camera dei Deputati inaugurata il 17 Ottobre in Piazza Montecitorio a Roma. Questo progetto di Alexander Jakhnagiev vede due auto “congelate” nel momento di uno scontro e dipinte dall’Artista insieme ad un gruppo di studenti. Un’opera d’arte altamente simbolica e dal forte impatto emotivo.