Cinema

Festival di Roma, i vincitori – Trash di Stephen Daldry e 12 Citizen di Xu Ang

La rassegna abbassa il suo 9° sipario con l’addio del direttore artistico Marco Müller (in scadenza di contratto a dicembre) e un futuro più incerto che mai. Le uniche certezze arrivano dalla gioia dei vincitori, quest’anno per la prima volta quasi interamente decretati dal pubblico

Nell’edizione della massima transizione d’identità, il Festival (Festa) Internazionale del Film di Roma abbassa il suo 9° sipario con l’addio del direttore artistico Marco Müller (in scadenza di contratto a dicembre) e un futuro più incerto che mai. Le uniche certezze arrivano dalla gioia dei vincitori, quest’anno per la prima volta quasi interamente decretati dal pubblico per ogni diversa sezione.

In Gala a trionfare con il Premio del Pubblico BNL è Trash del britannico Stephen Daldry, presente in sala a ritirare il premio (“a Rio stanno già festeggiando per il premio!”) già tre volte candidato all’Oscar, che dopo l’esordio dedicato al piccolo danzatore Billy Elliot (2000) e l’ultimo Molto forte incredibilmente vicino (2011) torna ad esplorare il mondo infantile spostandosi, questa volta, appunto in una favela di Rio de Janeiro. È qui – nella spazzatura (trash) impunita – che i giovanissimi protagonisti trovano un portafoglio che cambierà la vita loro e di chi li circonda per sempre. Nel cast accanto ai magnifici esordienti-non attori brasiliani anche Rooney Mara e Martin Sheen nei panni di un padre missionario americano. Il film, perfettamente empatico ed emozionante più per il pubblico che per la critica cinematografica, ha saputo incontrare il gusto trasversale dei numerosi votanti, inclusi i giovani giurati della sezione autonoma Alice nella Città che gli ha assegnato il suo Premio speciale; Trash uscirà prossimamente distribuito da Universal, che ha deciso di devolvere il denaro del premio alle famiglie che vivono nelle favelas carioca.

Il Premio del Pubblico per la sezione Cinema d’Oggi è andato al cinese Shier gongmin / 12 Citizens di Xu Ang, che apre il suo ringraziamento con un simpatico “mamma mia!”. Si tratta del remake applicato alla Cina contemporanea de La parola ai giurati (1957) di Sidney Lumet e successivamente di 12 (2007) del russo Nikita Mikhalkov. Se nella linea Mondo Genere gli spettatori hanno preferito l’indiano Haider di Vishal Bhardwaj con i divi Shahid Kapur, Shraddha Kapoor, nella categoria Cinema Italia (Fiction) il Premio del Pubblico ha reso felice l’anglo-pisano Roan Johnson per il suo applauditissimo Fino a qui tutto bene (sezione Prospettive Italia), sua opera seconda, che descrive l’anticamera della vita adulta attraverso gli ultimi giorni di condivisione di un appartamento a Pisa da parte di un gruppo di giovani. Le loro paure, attese, speranze, aspettative, premature delusioni: un film piccolissimo ma dal grande cuore, che uscirà nelle sale il 29 gennaio per Microcinema.

Due i premi per il miglior Documentario italiano: quello del pubblico andato al road documentary in Africa Looking for Kadija di Francesco G. Raganato e quello dell’associazione Doc.it che ha soddisfatto Largo Baracche di Gaetano Di Vaio, e con una menzione speciale Roma Termini di Bartolomeo Pampaloni. Governato da una Giuria di professionisti (Jonathan Nossiter alla presidenza, Francesca Calvelli, Cristiana Capotondi, Valerio Mastandrea, Sydney Sibilia) il Premio TaoDue Camera d’Oro alla migliore opera prima è andato al sorprendente e vigoroso Escobar: Paradise Lost (sezione Gala) del romano Andrea Di Stefano, girato all’estero e in lingua inglese e spagnola, ed interpretato da un monumentale Benicio Del Toro nei panni di Pablo Escobar e dalla teen star Josh Hutcherson. Un premio TaoDue è andato anche alla produttrice del britannico X + Y (sezione Alice nella Città) di Morgan Matthews in cui si racconta la storia di un giovanissimo genio della matematica e una menzione speciale è andata allo struggente Last Summer (sezione Prospettive Italia) di Leonardo Guerra Seràgnoli.
Premi archiviati, e con la direzione artistica in scadenza (“partirò per altri lidi, dopo 30 anni dedicati ai festival e alla produzione, posso felicemente tornare al mio ruolo di professore ordinario in una facoltà di architettura in un’università svizzera” ha dichiarato Müller), il Festival annuncia anche i suoi primi dati: oltre 80mila ingressi in sala (comprensivi di aventi biglietto e accredito), oltre 150mila partecipanti al Festival, 113 film da 23 Paesi, 82 delegazioni, 474 talent presenti, 48 i film votati dal pubblico, 7 sale di proiezione ospitanti 366 proiezioni di cui il 94% in digitale, 141 partner di cui 46 con contributo economico. La Fondazione non annuncia l’incasso complessivo (almeno fino ad oggi) ottenuto dalla vendita dei biglietti, “questo perché – spiega il direttore generale Lamberto Mancini – abbiamo contato uno a uno chi entrava in sala, quest’anno c’erano più proiezioni gratuite, il biglietto costava meno, sicuramente ci sarà una flessione negli incassi, ma attendiamo l’ultimo weekend per darvi i dati”.

Il trailer di Trash