Non solo la polemica a distanza con Mazzarri, le dichiarazioni poco delicate di Bolingbroke e l'epurazione degli uomini legati all'ex patron: il petroliere milanese arrabbiato con il magnate indonesiano per un piano di ristrutturazione del debito che penalizza il socio di minoranza
Le dichiarazioni del ceo Michael Bolingbroke, certo. E anche quelle di Erick Thohir e la risposta dell’allenatore Walter Mazzarri, oltre all’epurazione dai quadri societari di tutti gli uomini dell’ex presidente. Ma le ragioni dell’addio di Massimo Moratti all’Inter potrebbero essere anche più profonde. Perché a fronte della nuova proprietà e del management che da tempo spara ad alzo zero sulla gestione ‘allegra’ dell’ex patron negli ultimi anni (400 milioni di passivo accumulato) c’è un piano di ristrutturazione del debito che sarà di fatto pagato dal club, quindi per la sua parte (29.5%) dallo stesso Moratti. Il tutto nonostante il passaggio del pacchetto di maggioranza dal petroliere milanese al magnate indonesiano sia avvenuto per una cifra (75 milioni di euro) sostanzialmente molto più bassa rispetto a quanto si ipotizza sia il valore reale dell’Inter (circa 500 milioni di euro).
Il piano fino al 2019 – Come ricostruito in buona parte da Il Sole 24 ore negli scorsi giorni, tutto passa da Inter Media and Communication Srl che lo scorso maggio ha ottenuto un prestito da 200 milioni (più 30 per le spese d’esercizio) da Goldman Sachs International e Unicredit. Le rate andranno in crescendo di anno in anno fino a giugno 2019. Entro la metà del 2015 dovrà essere rimborsato il primo milione, poi seguiranno 15 rate da 3 milioni ogni trimestre compreso nel periodo che va dal 30 settembre 2015 al marzo 2019 per un totale di 12 milioni all’anno. Tre mesi dopo l’ultima tranche, Inter Media and Communication dovrà sborsare un maxisaldo da 184 milioni in un’unica soluzione. Il che vuol dire accantonare quell’enorme cifra nei prossimi 4 anni e otto mesi, oppure rinegoziare il prestito.
Chi paga attraverso Inter Media and Communication srl – Un piano ambizioso che in pratica prevede un sacrificio annuo da circa 58 milioni tra rate in scadenza e accantonamento della maxirata finale. La garanzia del prestito – come riporta Il Sole 24 ore – è composta dai futuri ricavi di Fc Internazionale e Inter Media and Communication, comprese le entrate derivanti dai diritti tv. Il rimborso del prestito però ricadrà sulle spalle dello stesso club. Perché? I soci di Inter Media and Communication Srl infatti sono F.C. Internazionale che detiene il 55,6 per cento delle quote e Inter Brand con il 44,4%. A sua volta, Inter Brand è controllata al 100% da F.C. Internazionale. Paga la Beneamata, insomma.
Moratti sborsa ma dei suoi uomini non c’è più traccia – Che tradotto vuol dire anche Massimo Moratti in qualità di socio di minoranza con poco meno del 30 per cento delle quote. Una posizione dalla quale non potrà svincolarsi prima del novembre 2015, come previsto al momento della vendita. Nonostante la situazione fosse chiara fin dall’inizio e gli uomini di Thohir abbiano avuto otto mesi per analizzare la situazione dell’Inter ora parlano – anche ammiccando all’Uefa che si pronuncerà sulla situazione nerazzurra a novembre – a ruota libera su Moratti. Non lasciandolo indifferente, visto che i debiti alla fine verranno ripianati dall’Inter grazie all’aiuto delle banche e non sono stati azzerati attraverso un aumento di capitale al momento dell’ingresso del socio indonesiano. E nei quadri operativi dell’Inter – dopo i divorzi con il dottor Combi, il ds Branca e il team manager Ivan Ramiro Cordoba – l’ex patron nerazzurro non è di certo rappresentato al 30 per cento.