L'esibizione "Zizi sexuel", inaugurata a Parigi, affronta i temi della sessualità, dell'amore e dei cambiamenti della pubertà. Sos Education, associazione di famiglie e insegnanti, sul piede di guerra per i contenuti. I curatori: "Gli scopi sono educativi. Che i bambini siano informati non significa che il loro primo rapporto sessuale arrivi in anticipo"
Sesso e adolescenti, una combinazione esplosiva. Da sempre, l’insaziabile e nebulosa curiosità dei puberi si scontra con le barricate alzate dei genitori per custodire il tabù. Ma se una mostra interattiva alla Città della scienza di Parigi mostra il funzionamento degli organi sessuali, gli squilibri degli scompensi ormonali, i meccanismi dell’erezione o cosa accade alla fanciulle durante le mestruazioni, non è difficile immaginare che le barriere dei genitori raggiungano altitudini invalicabili. E’ quanto successo nella capitale francese, e la mostra incriminata è “Zizi sexuel”, un’esibizione con scopi educativi pensata proprio per i ragazzi dai 9 ai 14 anni. “È davvero giudizioso sottrarre una mezza giornata al tempo di apprendimento degli allievi per andare a insegnare loro la masturbazione?” si chiedono le famiglie. Questa è una delle questioni che fanno parte di una petizione promossa dall’associazione di genitori e insegnanti SOS Education. A firmare non sono stati un paio di conservatori bacchettoni ma ben 40mila persone hanno sottoscritto l’appello per schierarsi contro la mostra appena inaugurata alla Cité des Sciences. Migliaia di firme in pochi giorni tanto che il collettivo si è anche rivolto al ministero dell’Educazione per chiedere che i genitori vengano informati in anticipo dei contenuti della mostra, nel caso il figlio partecipasse ad una visita scolastica.
“Zizi” è il nomignolo che i bambini danno all’organo sessuale maschile ma cosa c’è in questa esibizione da indignare tanto i parigini? Lo spazio espositivo si articola in cinque sezioni e lo scopo è quello di spiegare ai ragazzi cosa succederà al loro corpo una volta entrati nell’adolescenza. Ad accompagnare i ragazzini durante la mostra sono due personaggi Titeuf e Nadia (nella foto) che portano i visitatori in diverse stanze, in ognuna delle quali vengono affrontati i temi della sessualità e dell’amore. Nella prima stanza si spiega cosa succede quando ci si innamora: “Come si fa a dire a qualcuno di amarlo?” e “Cosa succede quando ci si bacia con la bocca?”. Dall’amore all’ingresso nella pubertà con i suoi convulsi momenti di transizione, qui le domande sono: “Cosa succede alle ragazze quando arrivano le mestruazioni?”, “Quali cambiamenti provocano gli ormoni?”. Il passaggio alla terza stanza è quasi automatico: “Cos’è il desiderio sessuale?”, e quindi, “Cosa vuol dire fare l’amore?” e gli argomenti correlati a questa sezione sono le sottocategorie “pillola” e “preservativo”. Ci si avvia dunque alla fine del percorso con la domanda ormai proverbiale: “Come nascono i bambini?” per arrivare ai pericoli connessi al sesso a cui vanno incontro i nativi digitali, ossia i rischi di internet, della pornografia e della pedofilia.
Contro la mobilitazione di SOS Education è arrivata la risposta della curatrice della mostra Maud Gouy che sul quotidiano Libération ha difeso Zizi sexuel: “La mostra cerca di veicolare i valori essenziali: l’amore, il consenso e l’uguaglianza tra l’uomo e la donna. La nostra è una missione educativa, e i contenuti sono stati validati da un comitato scientifico. Che i bambini siano informati non significa che il loro primo rapporto sessuale arrivi in anticipo”. E per contro il museo ha fatto sapere di essere al di sopra dell'”ondata di polemiche, dato che la programmazione della mostra avviene con un anticipo di due anni”.