Aperti da poche ore i seggi per il secondo turno di ballottaggio delle elezioni presidenziali in Brasile del 26 ottobre. Dalle 8 ore locali (le 11 in italia) i brasiliani sono chiamati a decidere tra i due candidati dopo il primo turno dello scorso 12 ottobre. In campo la presidente uscente del Partito socialdemocratico brasiliano (Psdb) Dilma Rousseff, 66 anni e il conservatore Aecio Neves, 54 anni. La prima, in testa agli ultimi sondaggi con il 54% delle intenzioni di voto sfiderà quello che è considerato l’uomo della finanza e delle banche, benvisto dagli Stati Uniti ma poco apprezzato dai governi progressisti del Sudamerica.
La politica estera è al centro della sfida, da quando il Partito dei Lavoratori è salito al potere con Lula nel 2003, infatti, il Brasile ha dato priorità assoluta all’integrazione regionale con i vicini paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela) e ai rapporti con il gruppo dei paesi emergenti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). A questa scelta si è aggiunto il raffreddamento dei rapporti con gli Stati Uniti, specie dopo che, nell’ambito delle rivelazioni di Edward Snowden, si è scoperto che gli Stati Uniti intercettavano le telefonate della Rousseff. Fuori dai giochi dopo il primo turno la leader ambientalista evangelica Marina Silva, considerata la papabile vincitrice prima del voto. Nei giorni scorsi i due sfidanti erano stati dati testa a testa dopo una rimonta di Neves che lo aveva portato persino in vantaggio in qualche rilevazione. Poi Dilma è risalita fino a raggiungere 8 punti di scarto.
Rousseff e Neves sono stati protagonisti di un’accesa campagna elettorale che la presidente uscente ha chiosato dicendo: “Ritengo vi siano stati dei momenti deplorevoli e credo che siano stati respinti dalla popolazione”. Rousseff è partita all’attacco ricordando il difficile periodo in cui il Partito della social democrazia governò il Brasile, “i fantasmi del passato” della povertà, della disoccupazione e dell’inflazione e ha sottolineato quindi le grandi conquiste dei 12 anni di governo del Partito dei lavoratori, prima con Luiz Ignacio Lula da Silva e poi con lei. La Rousseff ha ricordato i programmi di welfare che hanno permesso a milioni di persone di uscire dalla povertà e le politiche di contrasto alla disoccupazione che ha portato gli indici ai minimi storici. Neves, per contro, ha chiesto agli elettori di guardare ai “mostri del presente“, rappresentati soprattutto dalle difficoltà economiche degli ultimi anni puntando sul rallentamento della crescita del Pil (nel 2013 inferiore allo 0,5%) dopo la crescita del 7.5% del 2010.
Sono chiamati alle urne 143 milioni di aventi diritto a fronte di una popolazione di 200 milioni di abitanti. Il voto è obbligatorio nella fascia di età 18-70 anni e facoltativo per i giovani dai 16 ai 18 e per gli ultrasettantenni. Saranno eletti domenica 26 anche 13 governatori della Federazione, tra cui la regione di Rio de Janeiro e il distretto della capitale Brasilia. Nelle città più pericolose sono state disposte misure di sicurezza ingenti e in alcuni stati è imposto il divieto assoluto di vendita di alcolici, la cosiddetta “Lei Seca“.