Sulla manifestazione della Cgil e sulla Leopolda non sono certo mancate le analisi e i commenti, del resto si tratta di appuntamenti rilevanti che, nel bene e nel male, incideranno sugli scenari politici e sociali delle prossime settimane. Minore attenzione, invece, ha destato “Contromafie“, ovvero gli stati generali dell’antimafia riuniti a Roma da Libera, la storica associazione presieduta da Don Luigi Ciotti.
Eppure, nella sala dell’Auditorium della Conciliazione e nei tanti gruppi di lavoro che hanno riempito i quattro giorni romani, si sono ritrovati non solo i protagonisti storici della lotta contro le mafie, ma anche magistrati, studiosi poliziotti, amministratori, giornalisti, autori e, soprattutto, ragazze e ragazzi, quelli che tutti invocano, ma che pochi incontrano ed ascoltano sul serio.
Molti di loro, per altro, li avevamo visti, lo scorso 19 ottobre, impegnati nella marcia della pace tra Perugia e Assisi. Questi giovani, nella stragrande maggioranza dei casi, non sono né renziani, né antirenziani e neppure grillini, vendoliani o camussiani, men che meno ovviamente hanno nulla a che spartire con la destra razzista, xenofoba, per non parlare poi di chi trescava e tresca per acchiappare i voti di mafie e camorre.
Nei gruppi di lavoro non c’è stato spazio per invettive, urla, radicalismi verbali, al contrario grande attenzione è stata dedicata alla radicalità delle analisi e dei progetti. Inasprimento delle norme sul riciclaggio, codice degli eletti, banche dati, educazione alla legalità, nuove norme per garantire il sequestro e l’uso sociale dei beni sequestrati ai mafiosi, sostegno ai giovani che creano lavoro laddove fiorivano malaffare e illegalità; queste solo alcune delle proposte uscite da questo cantiere di idee e di autentica passione civile.
A Contromafie non c’era una vecchia Italia nostalgica, ma un pezzo di quella che crede davvero nella modernità che non significa individuare lo spot più efficace, ma le migliori risposte alle domande emergenti . Non a caso un vero boato ha salutato Nando Dalla Chiesa quando ha proposto il teorema delle “Tre C“: “Corrotti, Codardi e Cretini sono i nostri nemici, a loro bisogna contrappone Coraggiosi, Corretti, Competenti”.
Chi vorrà davvero far cambiare verso all’Italia forse farà bene a studiare il teorema delle “tre C” e ad ascoltare anche le proposte uscite da Contromafie.