Premessa metodologica per vecchi lettori e nuovi avventori: il seguente post è insolito per lo scrivente. Abitualmente provo ad esprimere un’opinione più o meno fondata e “psicoanaliticamente orientata” su fatti che intercettano la mia attenzione e che mi appaiono fenomeni degni di disamina. Questa volta no. Questa volta è diverso. Questa volta non è un distaccato interesse para-scientifico e peri-culturale. Questa volta le mie sono parole figlie della rabbia e della delusione: sono il morso di un cane ferito, il colpo di coda di un pesce arpionato.

La legge 180, comunemente nota come legge Basaglia è famosa per la chiusura dei manicomi, è un vanto della Repubblica. Essa non solo sancisce la fine delle “Istituzioni Totali” ma, elemento più importante e meno conosciuto, fonda la psichiatria di comunità: la cura del disagio psichico si sposta nella società civile, esce allo scoperto, arricchendosi di professionalità che tessono trame di presa in carico multiprofessionali sanitarie e sociali. Una rivoluzione, secondo alcuni la “legge più bella del mondo”. Orbene, questa figlia eccellente di uno Stato spesso mediocre, dalla sua nascita in poi ha avuto trascorsi difficili fatti di applicazioni tardive e recepimenti parziali. Ed oggi, appena trentaseienne, percorre il suo viale del tramonto. Non una morte improvvisa, non un arresto cardiaco: uno scivolamento verso una precoce notte invernale.

Perché oggi questo post, dato che tutto ciò è evidente ormai da tempo? Semplicemente oggi mi tocca da vicino. In sintesi e fuor di metafora: la Campania, regione dove io opero, grazie a fortuite circostanze ed a visioni politiche, ad onor del vero spesso estremamente ideologizzate, ha conservato nel corso degli anni una sensibilità verso la Salute Mentale superiore rispetto ad altre regione italiane. Mi riferisco all’apertura dei centri di salute mentale 24 ore su 24, alla prevalenza della attività territoriale su quella ospedaliera, alla gestione delle emergenze psichiatriche diretta senza deleghe al 118, al limitato ricorso al privato convenzionato (ma anche all’abbondante utilizzo di un privato sociale un po’ troppo imprenditoriale). Tutto ciò, per motivazioni che tralascerò, negli ultimi anni è andato progressivamente scomparendo e le ultime “roccaforti” erano una parte della provincia di Caserta e l’intera provincia di Salerno.

Dal primo novembre Salerno si “lombardizza” ed il primo step è la delega alla gestione dell’acuzie psichiatrica al servizio 118. In parole povere gli utenti perderanno la possibilità di essere assistiti in caso di emergenza presso il domicilio (o dovunque il disagio si manifesti) da un’equipe psichiatrica, per incontrarla dopo un “trasporto-traduzione” di anche 50 km nel Pronto Soccorso di un Ospedale. Può sembrare piccola cosa, può sembrare che la “normalizzazione” del sofferente psichico e la lotta allo stigma passino anche di qui. Tuttavia a me sembra che, fatte le debite proporzioni, stia chiudendo l’Istituto Europeo dei Tumori perché tanto il cancro si cura bene anche senza le realtà di eccellenza.

Buonanotte 180, spero che il tuo sonno sia breve.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Chiuso per crisi: in tutta Italia scompaiono negozi e botteghe storiche

next
Articolo Successivo

In edicola sul Fatto del Lunedì – Il governo taglia. E i vigili fanno le multe

next