Marcel Proust una volta disse che “la più umile delle canzoni ha la capacità di portarci indietro con la memoria, di farci ricordare il nostro passato più delle alte opere letterarie”. Perché quattro minuti di melodia, come quelli di Corri corri, brano da qualche giorno in rotazione in radio, scritto e interpretato da Alberto Bianco in coppia con una delle voci femminili più belle del momento, Levante, al secolo Claudia Lagona, hanno la capacità di far confluire tutte le emozioni di un racconto perforando qualsiasi corazza e arrivando in profondità. Le emozioni, nel loro caso, si contagiano, creando “un duetto, due facce della stessa medaglia, due declinazioni della stessa spinta”, riuscendo a trasformare un’emozione in un’altra, in una catena che può essere infinita. Il brano è contenuto nel nuovo album del giovane cantautore torinese che uscirà a dicembre e si intitolerà Guardare per aria: “È un disco con dentro vento di primavera, legno e acqua – racconta Alberto Bianco –, ascoltandolo mi perdo nei suoni acustici che il produttore artistico Riccardo Parravicini ha miscelato. Dal punto di vista musicale è stato un lavoro di gruppo, vi hanno suonato musicisti bravissimi tra cui i componenti della band live di Levante. La parte autorale l’ho composta quasi tutta da solo, a parte il primo singolo con Levante e un altro brano con Matteo De Simone dei Nadàr Solo. Nel disco è presente anche un brano suonato interamente dalla band di Niccolò Fabi e da lui stesso, è stato un bellissimo momento delle registrazioni. Un’emozione molto bella che mi ha dato molta fiducia sulla possibilità di incontrare musicisti veri con una passione enorme”.
Alberto, mi parli di questo brano Corri Corri?
Una cosa molto importante è il modo in cui è nato. La sera prima che suonassimo al concertone del Primo Maggio nella scorsa edizione, ho fatto ascoltare a Claudia (Levante, ndr) la prima strofa e il ritornello del pezzo, mi mancava qualcosa per chiuderlo ed era proprio il punto di vista femminile sulla questione. Lei è sparita per un quarto d’ora ed è tornata con la seconda strofa scritta su un mozzicone di foglio. Neanche una piccola correzione, niente. Due giorni dopo avevamo un provino molto simile alla versione finale. Corri Corri è un brano pregno di significato e di chiavi di lettura. È strutturato come un litigio tra due morosi, scusa ma questa parola la amo particolarmente, che si dicono quello che hanno dentro da un po’ e quindi non è una lite furiosa ma qualcosa di più razionale e le pause del dialogo sono occupate da questo doppio imperativo Corri Corri che vuole essere un invito allo sfogo sia fisico sia mentale per rimettere insieme i pensieri e vedere meglio le cose. La prima lettura, quella più immediata, è questa ma io ne vedo tante altre che spero siano visibili anche all’ascoltatore.
Con Levante hai già collaborato nel suo disco, che è tra l’altro candidato alle Targhe Tenco. Come è venuta l’idea di creare, tra voi, questo connubio artistico?
L’idea è nata da Levante circa un paio di anni fa quando doveva registrare il suo Manuale di distruzione. Mi ha cercato per seguire la produzione artistica dell’album, perché cercava un suono simile a quello del mio primo album Nostalgina e da lì è nato tutto. Il disco, il suo tour e infine questo duetto.
Cos’è che più ammiri in lei?
Levante pur essendo da poco sulla scena è un’autrice molto esperta e ha una capacità, che le invidio anche un po’, di esprimere dei concetti in maniera super semplice e con un efficacia immediata. Arriviamo tutti e due da Torino, anche se lei è nata in Sicilia, e probabilmente i profumi e i colori che ci circondano ci portano a pensarla nello stesso modo su tante cose.