Lavora ad auto che saranno sul mercato fra dieci anni: Ed Welburn Jr, capo globale del design della General Motors, affronta ogni giorno le sfide del design del futuro. Ilfattoquotidiano.it l’ha incontrato in occasione del Pace Global Forum, il forum per la promozione dell’insegnamento dell’ingegneria che per la prima volta, quest’anno, si è svolto in Europa, e più precisamente a Torino, fra gli spazi del centro europeo GM Powertrain e il Politecnico. A lui abbiamo chiesto come immagina le auto di domani.

Come si immagina le auto del futuro, diciamo fra 20 anni? Google propone un’auto piccola, a due posti, e a guida autonoma.
Non credo che ci sia un’unica risposta per la mobilità di domani, ma diverse soluzioni che coesisteranno. Apprezzo e capisco la necessità di auto piccole, ma le persone stanno diventando mediamente più grandi e penso che dobbiamo dare ai clienti abitacoli migliori, più ampi e spaziosi, che li facciano sentire comodi; la tecnologia ci sarà d’aiuto, perché avremo motori sempre più piccoli e quindi ci sarà più spazio per le persone. Le famiglie spesso sono numerose, perché la vita mediamente aumenta: le auto del futuro, forse, dovranno trasportare più persone, non meno. Quanto alla guida autonoma, è un’idea che mi entusiasma: sarebbe fantastica per le persone anziane, o disabili, perché regalerebbe loro la libertà di non dipendere dagli altri. Ho un padre di 96 anni che ne trarrebbe grande beneficio. Ma io amo anche guidare: ci sono volte in cui mi interessa solo arrivare a destinazione, altre in cui guidare è un piacere. Vorrei sviluppare veicoli che permettano di scegliere fra le opzioni di guida autonoma o guida manuale.

Quali sfide vede nei prossimi 20-30 anni per i designer d’automobili?
Le auto dovranno continuare a essere appetibili per i clienti e l’esperienza di guida appagante. Le informazioni che l’auto dà al guidatore si moltiplicheranno, e dovremo proporle in modo chiaro, senza che distraggano dalla guida. E poi ci sono i materiali. In futuro dovremo fare auto sempre più leggere e sicure, e in maniera economicamente sostenibile, perché oggi i materiali più leggeri sono i più costosi: bisognerà inventarsi modi creativi per contenere i costi. Infine c’è la grande sfida dell’aerodinamica: sviluppare veicoli aerodinamici che non abbiano tutti la stessa forma.

Pensa che alcune icone dell’elettronica, come i prodotti Apple o Samsumg, influenzino il design automobilistico? Vedremo auto dalle linee sempre più semplici e pulite?
L’influenza dell’elettronica si vede già oggi negli interni. Come designer automobilistici, possiamo essere ispirati dai prodotti elettronici, ma un’auto deve essere di più. Le persone spendono molto più denaro nell’acquisto di un’automobile che di uno smartphone, e non vogliono che diventi vecchio in sei mesi: la linea di un’auto deve rimanere “fresca” per un periodo di tempo più lungo. La mia filosofia di design è che le linee pulite e semplici siano senza tempo. Non è vero solo per le automobili, ma anche per la moda, per esempio: un semplice vestito nero andrà sempre bene. Mi piace anche il design molto estremo e appariscente, ma diventa vecchio presto. Consideri che oggi sto lavorando su auto che usciranno nel 2018, e dovranno essere “fresche” quando saranno introdotte sul mercato, e restarlo per almeno altri cinque anni. Sostanzialmente, le macchine che disegniamo oggi saranno sul mercato almeno fino al 2023.

In futuro, il design delle auto avrà ancora tanta importanza? O le auto sono destinate a diventare degli “elettrodomestici”?
Io sono un po’ particolare: quando in vacanza mi capita di affittare un’auto, faccio diventare matti i noleggiatori perché non mi accontento di qualunque auto, mi deve piacere il modello, i colori, gli interni. Per me l’auto è un’estensione della mia personalità, come i vestiti che indosso. Secondo me il car design si dividerà in due filoni: uno delle auto che saranno dei semplici prodotti d’uso e uno per le vetture personali, che avranno più carattere. Anche la auto condivise, comunque,dovranno essere belle: nessuno vuole guidare un mezzo che lo faccia sentire sciocco o che lo imbarazzi, o che sembri un giocattolo per bambini. Però dovranno avere un design molto semplice, che piaccia a tutti e che faccia venire voglia di utilizzare il servizio. Soprattutto all’interno. Come sui treni: nessuno si cura troppo dell’aspetto esterno, ma di come sono all’interno sì, più un treno è bello e confortevole più si ha voglia di prenderlo. Non dimentichiamo che il design è tutto intorno a noi e influenza tutto quello che facciamo.

 

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