Dal 28 ottobre al 22 novembre, una selezione di artisti che va da Lou Donaldson a John Taylor fino a una delle ultime leggende del jazz, Dee Dee Bridgewater, pronta ad illuminare il Teatro Manzoni
Dal 28 ottobre al 22 novembre torna, per la nona edizione, il Bologna Jazz Festival. Oltre 20 concerti di caratura internazionale tra teatri e club. L’inaugurazione si giocherà in trasferta; a Ferrara, il 28 Ottobre. La città estense, ormai da tempo gemellata con il capoluogo di regione nel nome del jazz, metterà a disposizione di Hiromi Uehera il teatro comunale. La giovane pianista giapponese, talento precocissimo – a diciassette anni duetta con Chick Corea – si presenterà in insolita veste solista. L’artista, che spazia tra jazz e free jazz non disdegnando pop, elettronica e sonorità orientali è solita esibirsi in trio. Sarà una novità ascoltare le esecuzioni al fulmicotone della discepola di Ahamad Jamal, nonché collaboratrice di Stanley Clarke, nella loro asciutta nudità. Il giorno successivo, al Bravo Caffè di Bologna, suonerà Lou Donaldson insieme al suo quartetto. Donaldson nel corso della sua lunga carriera ha avuto il merito e la fortuna di suonare coi più grandi; tra gli altri, Wayne Shorter, Charles Mingus e Telonius Monk. Sullo stesso palco, il 12 novembre, potremo assistere anche alle performance di Robert Glasper Experiment. Il 30 ottobre sarà la volta della Cantina Bentivoglio dove si esibirà Anat Coehn clarinettista jazz israeliana che dal 2007 ad oggi è stata costantemente premiata “Clarinettista dell’anno” dalla Jazz journalist association. La storica cantina bolognese sarà il palcoscenico di altre quattro formazioni: Eugenio Macchia, Steve Kuhn, George Cables e Abercrombie Organ Trio.
Ad illuminare il Teatro Manzoni sarà invece una vera e propria diva, una delle ultime leggende del jazz. Dee Dee Bridgewater proporrà al pubblico bolognese una vasta panoramica del suo repertorio, che spazia dai ritmi africani al soul. Dee Dee è tra le artiste jazz più conosciute anche dal pubblico generalista italiano per le sue tre, consecutive, partecipazioni al festival di Sanremo. Nel 1989 sale sul palco in compagnia di Ray Charles, nel 1990 reinterpreta Uomini soli dei Pooh, nel 1991 canta Just tell me why, reinterpretazione in ingese di Perché lo fai? di Marco Masini. Nonostante il suo pedigree vanti collaborazioni con mostri sacri come Dizzy Gillespie e Sonny Rollins e a dispetto della sua nomina ad ambasciatrice FAO, quell’ultima apparizione in terra ligure a molti puristi del jazz nostrano non è ancora andata giù. Dargli torto? Difficile.
Per orecchie in cerca di stupore, l’appuntamento è il 3 novembre con Uri Caine e Han Bennink. Sonic Boom è l’album che ha fermato l’incredibile sound scaturito dall’incontro dei due artisti nel 2012; ma il jazz, si sa, è improvvisazione ed ascoltarli dal vivo sarà altra cosa. Caine e Bennink saranno la punta di diamante della programmazione del Torrione Jazz Club di Ferrara, dove si esibirà anche John Taylor, uno dei massimi esponenti del jazz inglese. Altro appuntamento imperdibile, il concerto di Bill Frisell all’Unipol Auditorium. Il profeta della chitarra elettrica postmoderna – il suo Unspeakable si è aggiudicato nel 2005 il Grammy come Best Contemporary Jazz Album –, sarà a Bologna col suo nuovo quartetto per presentare il suo ultimo lavoro in studio “Guitar in the Space Age!”. Un’antologia di partiture americane per chitarra scritte tra gli anni quaranta e sessanta, rigorosamente rivisitate e destrutturate dalla prospettiva friselliana. Gli amanti delle sei corde avranno ancora di che gioire; al Teatro Duse, il 20 novembre, John Scofield, riferimento assoluto di ogni chitarrista jazz, macinerà un beat indiavolato assieme al trio Medeski, Martin & Wood.
Venerdì 14 Novembre il festival prone Charles Lloyd e il suo quartetto. L’esperto sassofonista accompagnerà il pubblico dell’Arena del Sole di Bologna attraverso escursioni post-bop. Il 17 ultima tappa d’obbligo a Ferrara per Kenny Barron e Dave Holland; del primo basti dire che ha suonato il piano con Stan Getz mentre del secondo, contrabbassista, che compare in due pietre miliari della storia del jazz e non solo: In a Silent Way e Bitches Brew di Miles Davis. L’onore di chiudere la kermesse sarà lasciato a Steve Swallow, indiscusso maestro del basso elettrico jazz. Con lui, sul palco dell’Unipol Arena sabato 22 Novembre, il suo quintetto e l’organista Carla Bley. Programma completo: www.bolognajazzfestival.com