Sfuriata epocale di Giampiero Mughini durante la trasmissione sportiva “Tiki Taka”, su Italia 1. L’opinionista, incallito tifoso juventino, è in collegamento con la trasmissione e ha un rovente scontro dialettico con Giacomo “Ciccio” Valenti, ospite in studio e noto supporter interista. Casus belli: Calciopoli e le dichiarazioni del presidente bianconero Andrea Agnelli, che ha accusato Massimo Moratti di aver accettato uno scudetto non suo, quando l’Inter vinse il campionato nel 2006. Mughini non concorda con la tesi di alcuni ospiti, secondo cui lo scandalo calcistico del 2006 rappresenta soltanto un episodio isolato, e si sfoga con veemenza: “Alla Juventus sono stati tolti due scudetti, la squadra è stata mandata in serie B, è stata distrutta una squadra. E’ stata distrutta la squadra dei campioni del mondo“. Valenti minimizza e ribatte: “C’è stato un avvocato ai tempi che disse: ‘Meno male che ci hanno mandato solo in serie B’. E chiudiamo questo discorso. Parli del 2006… io nel 2006 avevo 20 chili in più”. “E’ l’unico caso di avvocato che è stato pagato per non difendere”, urla Mughini, che nella foga del suo intervento alza la voce al punto tale da danneggiare il microfono. Il collegamento salta, ma viene ripreso svariati minuti dopo. Lo scrittore bianconero ribadisce la sua tesi e paragona il caso Calciopoli con la vicenda occorsa al ciclista Marco Pantani: “Anche lui è stato umiliato come la Juve. Calciopoli è una tragedia analoga a quella di Pantani. C’è una squadra che è stata al centro del campionato della storia del calcio, delle vittorie dei campionati mondiali italiani e poi umiliata. Il campionato mondiale del 2006, chi l’ha vinto? Materazzi?”. Valenti non ci sta e, terminato l’intervento torrenziale di Mughini, commenta, riferendosi ironicamente alla sua forma fisica un po’ in sovrappeso: “Ma quando io mi peso sulla bilancia, me la devo prendere col frigorifero o con la bilancia, signor Mughini? Chiudiamo questo discorso. Avete degli scudetti stupendi con un grande allenatore come Conte. Celebrate quegli scudetti, gioite. E lasciamo stare Pantani, che non c’entra niente” di Gisella Ruccia