Pirateria sempre inarrestabile, Pay Tv e iPad al palo, biglietti delle sale cinematografiche ancora troppo cari e percentuale in aumento di chi preferisce il salotto di casa per vedersi un film. Questi i dati più importanti emersi dalla 13esima edizione del rapporto di ricerca “Il Mio Cinema”
Pirateria sempre inarrestabile, Pay Tv e iPad al palo, biglietti delle sale cinematografiche ancora troppo cari e percentuale in aumento di chi preferisce il salotto di casa per vedersi un film. Questi i dati più importanti emersi dalla 13esima edizione del rapporto di ricerca “Il Mio Cinema” dalla Morris Casini & Partners, relativo all’anno 2013 sullo spettatore cinematografico italiano. Sono 69857 le persone intervistate nella ricerca, circa il 31,03% delle presenze medie nazionali giornaliere, dell’anno in oggetto, nelle sale italiane. Un’analisi che si avventura nei nuovi meandri della fruizione cinematografica sempre più in trasformazione con l’affiancarsi di nuove tecnologie, metodi e spazi per guardare film: “Seppur in ritardo anche in Italia si è iniziato a vedere il cinema a casa propria grazie al web”, spiega al fattoquotidiano.it, Emanuela Andriolo, Digital Marketing Manager della Morris & Casini.
La ricerca come ogni anno è divisa in tre sezioni: il profilo dell’intervistato, il pubblico in sala, il cinema in privato. Nella prima sezione si può delineare con facilità l’identikit dello spettatore cinematografico italiano medio del campione 2013: donna, 30-45 anni, istruzione universitaria, abitante nelle grandi città del centro-nord. A farla da padrone tra chi va al cinema in Italia è quindi, non senza sorpresa, la percentuale di laureati con il 55,7%: “Il livello di istruzione elevato permette di non tagliare sulla spesa per il prodotto culturale, se ci si è permessi gli studi si continua per un po’ ad avere anche una base economica per andare al cinema”, specifica Andriolo, “specularmente per chi ha invece un livello di istruzione basso il biglietto del cinema diventa sempre più una spesa superflua da tagliare“.
Ma andiamo con ordine: si registra intanto un calo della frequenza mensile in sala con il 47% degli intervistati che ci va una volta sola e il 45% che ci va da una a 4 volte. Anche per i giorni preferiti rispetto al 2011 e 2012 si alza la percentuale di chi va il mercoledì (18%) e il giovedì (11%), cioè i giorni con sconti e promozioni, mentre pur rimanendo robusto si abbassa il numero di chi sceglie il sabato (21%) e la domenica (23%). Continua ad andare forte senza variazioni il trimestre novembre-dicembre-gennaio con il 32,8%, seguito da febbraio-marzo-aprile (22,7%), settembre-ottobre (20,8%), maggio-giugno (20,7%),e con fanalino di coda il periodo che in Italia non ha mai ingranato, luglio-agosto al 3%. Bassissima la percentuale di chi va al cinema di pomeriggio (4%), mentre continua a correre la prima serata (62%); mentre tra le figure con cui si preferisce condividere il cinema se la giocano gli amici (51%) e il partner (42,7%), ultima con smacco la visione in solitaria (0,8%!).
Importanti anche i dati che segnalano il motivo per cui si preferisce una sala piuttosto che un’altra (“vicinanza alla propria abitazione” vince con il 25,5%), mentre continua a pesare il costo del biglietto come principale motivo dell’insoddisfazione (33,2%). Anche se sono i dati sulla fruizione casalinga a dare una scossa all’indagine: il 73% degli intervistati scarica film dal web, e tra loro quasi l’85% lo fa illegalmente. “Il problema della pirateria resta altissimo”, continua Andriolo, “la mentalità comune degli intervistati non percepisce che si sta compiendo un’azione illegale, non c’è reticenza, viene confessato senza remore. Questa azione viene percepita all’identica maniera della fruizione on demand”.
Tempi grami anche per i nuovi mezzi di riproduzione video, come i prodotti iPad e iPhone: solo il 20% del campione analizzato li usa per vedere film e ancora il 56% degli intervistati non li possiede in assoluto. Sulla stessa linea la percentuale in aumento di chi non possiede la Pay Tv (64%), mentre chi vede film in streaming (34%, più 3% rispetto al 2012) è comunque ampiamente insoddisfatto (90%) della qualità audiovideo. Infine desta curiosità l’aumento rispetto agli anni precedenti di chi va a vedere un film in sala grazie al web (14,6%), al suggerimento degli amici (10,5%) e dal nome degli attori nel cast (14%) in una classifica che vede comunque svettare la trama/trailer (20,8%) e fa scivolare da buon ultimo il nome del regista (6%) e la tanto vituperata “critica” (4%). “A questo dato fa il paio quello del tramonto di un genere tra i preferiti per chi va al cinema”, chiosa la Digital Marketing Manager della Morris & Casini, “mentre svetta la commedia, poi l’azione e l’animazione, a fondo classifica praticamente una nicchia, è relegato il “dramma/film d’autore”.