La complessa macchina organizzativa delle “elezioni alternative” è in pieno movimento. Tra poco più di dieci giorni i catalani saranno chiamati ad esprimersi sull’indipendenza da Madrid, una consultazione che, dopo l’annullamento degli atti di convocazione del referendum per mano del tribunale costituzionale, appare svuotata di qualsiasi contenuto giuridico. L’intervento dell’Alta Corte non ha affievolito i sentimenti indipendentisti, semmai ha acuito il risentimento verso il cosiddetto «blocco di Madrid», concentrazione di potere politico e burocratico che viene percepito come una riedizione del centralismo dispotico e illiberale.
Saranno migliaia (oltre 35 mila) i volontari impegnati nelle elezioni consultive del prossimo 9 novembre, 6340 i seggi allestiti nei 942 comuni della Catalogna. Solo cinque piccoli municipi si sono rifiutati di mettere a disposizione dell’apparato organizzativo locali pubblici per lo svolgimento delle elezioni, è la ritorsione politica di amministrazioni guidate dal Partito Popular. I conservatori del premier Mariano Rajoy hanno deciso di non votare negando qualsiasi valore legale alla consultazione.
Non mancano incertezze sulle modalità di voto di questa “strana” chiamata alle urne, gli aventi diritto sono abitualmente più di 5 milioni, tuttavia la Generalitat, il parlamento catalano, vi ha aggiunto i giovani tra i 16 e i 18 anni, e un milione e duecentomila stranieri che risiedono nella regione.
Artur Mas, governatore della Catalogna e leader di Convergència i Union – partito moderato sostenitore della causa indipendentista – ha fortemente voluto le “elezioni alternative”, in aperta contrapposizione con i poteri centrali, ora spera di portare alle urne più di due milioni di cittadini. Obiettivo possibile se si sommano i voti raccolti alle elezioni regionali dai partiti autonomisti: Convergència i Union, Esquerra Republicana e le formazioni minori quali “Iniciativa” e “Candidatura Unitaria Popular”.
Una mobilitazione plebiscitaria rappresenterebbe un nuovo “guanto di sfida” da lanciare a Madrid.
El cl ásico, l’incontro di calcio tra Real Madrid e Barcellona giocato al Bernabeu domenica scorsa, si è chiuso con la vittoria in rimonta dei madrileni. “Más que una victoria” ha titolato a nove colonne un giornale sportivo madrileno parafrasando lo slogan del team catalano més que un club, lo scontro politico scopre tutti i nervi del tessuto sociale spagnolo.