“Sono stato trattato come un oggetto da buttare via”. È lo sconforto di Franco Zeffirelli di fronte alla scoperta che il Teatro alla Scala ha venduto all’Astana Opera Theater del Kazakistan la produzione di Aida, diretta dal maestro nel 2006. Una scelta per nulla condivisa da Zeffirelli, che ha detto di essere pronto a denunciare il Teatro che non lo ha informato di questa decisione, trattando la messa in scena come cosa propria. “L’allestimento è di esclusiva proprietà del Teatro”, è proprio la replica della Scala, che ha sottolineato che la cessione (la prima avrà luogo il 19 novembre) è stata effettuata “nel rispetto degli accordi e tutelando pienamente i titolari dei diritti, i Maestri Zeffirelli e Millenotti“.
“La Scala si arrampica sugli specchi. Non è vero che sono i padroni definitivi di un’opera d’arte, non è vero che ne possono fare quello che vogliono”, continua il Maestro, aggiungendo che “Aida doveva tornare in scena quest’anno alla Scala. Non voglio fare nomi ma la verità è che c’è un signore che ha portato la morte alla Scala, con spettacoli incredibilmente volgari, banali, indegni di questo teatro. Mettere in scena questa Aida per me è stato come tirare su un figlio, che è stato apprezzato da milioni di persone, e adesso lo buttano via“.
Il Teatro alla Scala si dice “sorpreso”, oltre che “amareggiato e incredulo” di fronte alle parole del regista di Aida, sottolinea che Zeffirelli e Millenotti “come da contratto sono stati contattati dall’Astana Opera Theatre per la corresponsione di quanto dovuto”. Sembra inoltre che il teatro kazako abbia chiesto al Maestro di riprendere personalmente la produzione recandosi in Kazakistan con un assistente. Infine, conclude il teatro milanese, “desideriamo sottolineare che il contratto impegna l’Astana Opera Theatre a mettere l’allestimento a disposizione della Scala a titolo gratuito qualora il Teatro decidesse di programmarlo in una stagione futura“.