Malasanità = costi delle siringhe diversi da Regione a Regione. A confutare questa equazione scende in campo Assobiomedica, l’associazione dei produttori dei dispositivi medici in Italia, durante un convegno organizzato a Roma. “In Italia – spiega il presidente di Assobiomedica, Stefano Rimondi, il mercato delle siringhe vale appena lo 0,02% della spesa sanitaria, ma il loro prezzo sembra essere diventato la causa di tutti i mali della Sanità. E’ avvilente, perché questa affermazione è in voga nei talk show televisivi e così si fa solo disinformazione. Non si possono comparare dispositivi in base soltanto al prezzo, ma – prosegue – serve valutare il livello della prestazione e dei servizi. I costi standard – spiega ancora il presidente – si possono applicare se paragoniamo beni uguali, non pere con le mele, procedendo in questa maniera le Regioni taglieranno la spesa di strumenti innovativi considerati come costi, mentre gli effetti di salute di quella tecnologia sono importanti”. Ad aggiungere dati è anche il direttore generale dei dispositivi medici del ministero della Salute, Marilena Marletta, che spiega: “L’Italia è il terzo Paese nel mondo come sistema sanitario nazionale, non possiamo considerare la Sanità soltanto come un costo, bisogna razionalizzare la spesa più che tagliare“. Ma secondo Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del tribunale per i diritti del malato, “gli sprechi sono più che altro gestionali, amministrativi, abbiamo duplicazioni di centri di controllo che svolgono le stesse funzioni a livello nazionale e regionale, e non possiamo più permettercelo” di Irene Buscemi
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