La Commissione Europea muove in aiuto dei 608 ex dipendenti della fabbrica di Spini di Gardolo della Whirlpool Europe. E propone di inviare all’Italia 1,8 milioni di euro presi dal Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per finanziare interventi che permettano agli ex lavoratori di trovare un nuovo posto. Il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri dell’Unione, si legge nella nota di Bruxelles, stanno valutando la proposta.

A fine agosto lo stabilimento trentino della multinazionale che produce elettrodomestici ha chiuso, mantenendo operative solo poche decine di persone. Tutti gli altri hanno dovuto dire addio al loro posto di lavoro, usufruendo degli ammortizzatori sociali. A quel punto, l’Italia ha chiesto il sostegno del Fondo europeo. Il denaro offerto dalla Commissione dovrebbe essere sufficiente a permettere perché tutti i lavoratori della “fabbrica del freddo”, specializzata nella produzione di frigoriferi, possano usufruirne. I soldi serviranno a fornire un pacchetto di consulenza e orientamento, tutoraggio, valutazione delle competenze, formazione generale e professional, riqualificazione e orientamento alla creazione di un’impresa. L’esborso totale sarà di 3,1 milioni di euro di cui 1,8, appunto, arriveranno dall’Unione Europea. Il resto, pari a 1,3 milioni. dovrà metterlo l’Italia.

La chiusura di Spini di Gardolo fa parte della strategia presentata dall’azienda nel giugno 2013. L’idea è quella di trasferire la produzione nel sito di Cassinetta di Biandronno, sempre in provincia di Varese, che dovrebbe diventare così l’hub europeo della multinazionale. Il sito, nei progetti del gruppo, si occuperà anche di innovazione globale, grazie alla concentrazione della totalità delle produzioni da incasso presenti in Italia e alla sinergia con i centri di ricerca.

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