I costi delle cause legali fanno andare in rosso Deutsche Bank. La banca tedesca ha chiuso il terzo trimestre del 2014 con una perdita netta di 94 milioni di euro contro l’utile di 41 milioni registrato nello stesso periodo dello scorso anno. Un dato condizionato proprio dalle spese sostenute per difendersi nelle cause che la vedono accusata di aver manipolato il mercato valutario e i tassi d’interesse. Il titolo del maggiore istituto creditizio europeo ne risente alla Borsa di Francoforte, dove perde l’1,30%.
Dietro la brutta trimestrale c’è, in particolare, l’inchiesta della Commissione europea sugli accordi illegali tra banche per condizionare l’andamento dei tassi di riferimento. Procedimento sfociato a dicembre dello scorso anno in una maxi multa da 1,712 miliardi comminata a otto gruppi, tra cui la stessa Deutsche Bank ma anche Sociète Generale, Rbs, JP Morgan, Citigroup e Rp Martin. Gli istituti sono stati condannati per avere “partecipato a cartelli illegali” finalizzati a manipolare i tassi che regolano i prestiti interbancari e gli interessi relativi a molti prodotti finanziari, tra cui i mutui ipotecari.
La maxi multa di Bruxelles è arrivata dopo due anni di inchiesta sul caso delle manipolazioni dei tassi Euribor (che si utilizza all’interno dell’Eurozona), Tibor e Libor (che regola le operazioni in valute diverse dall’euro). Non solo: a gennaio Deutsche Bank ha ammesso di aver anche “ricevuto richieste di informazioni dalle autorità di regolamentazione che stanno indagando sulle negoziazioni nel mercato dei cambi“.