Pollice verso in Borsa per il social network, anche a seguito della perdita registrata dal software di messaggistica
Wall Street reagisce male alla pubblicazione dei dati riguardanti l’attività del social network nel quarto trimestre 2014. Nonostante un utile quasi raddoppiato (806 milioni di dollari contro 425) rispetto allo stesso periodo del 2013, la creatura di Zuckerberg non convince gli investitori, che lo puniscono con un ribasso del valore delle sue azioni vicino ai 10 punti percentuali. A pesare, nel giudizio di Wall Street, sono stati probabilmente i risultati finanziari di Whatsapp, la società proprietaria del software di messaggistica istantanea che Facebook Inc. ha acquistato lo scorso febbraio per ben 19 miliardi di dollari. Nonostante i suoi 600 milioni di utenti, infatti, Whatsapp si è presentata con una perdita netta di 232,5 milioni.
In realtà il dato di Whatsapp è “drogato” dal fatto che, sulla società, pesano spese legate a operazioni finanziarie che centrano poco con la sua attività. Le stime degli esperti, però, indicano che gli utili del servizio di messaggi istantanei, anche in un conteggio “depurato” dalle spese estranee alla gestione del servizio, sarebbe ben poca cosa. Un dato preoccupante, visto che dei 19 miliardi spesi per la sua acquisizione, solo 3 sono stati versati per la piattaforma e gli utenti. Più di 15 erano invece imputati a “guadagni futuri, potenziali opportunità di monetizzazione e vantaggi strategici nell’ecosistema mobile”.
Nemmeno il social network di Mark Zuckerberg, però, è immune alle critiche. Il numero di utenti, infatti è in crescita (+2,275) ma segna un rallentamento rispetto al trimestre precedente, che aveva segnato un +3,125. L’opinione comune è che Facebook stia perdendo capacità attrattiva soprattutto nei confronti dei più giovani, che preferiscono altri strumenti di comunicazione. Non è un caso che la società si sia rifiutata di fornire qualsiasi analisi dei suoi utenti legata all’età. Il timore è che il mercato potenziale di Facebook sia pressoché saturo e i suoi margini di crescita siano destinati a ridursi rapidamente.
Un processo che si scontra con le logiche dell’economia finanziaria che è disposta a scommettere solo in presenza di prospettive di crescita virtualmente infinite. Una logica che replica quanto sta accadendo anche a Twitter, che a differenza di Facebook non ha mai portato a casa utili e si muove in borsa sulla base di guadagni “potenziali” legati alla sua base di utenza.