L'iniziativa è promossa da Gender Bender, il festival del Cassero lgbt center, e in collaborazione con il Centro studi sul genere e l'educazione dell'Università di Bologna
Un anno fa bastò una bella addormentata innamorata di una principessa, al posto di un principe, per scatenare le ire del centrodestra, con conseguente scia di polemiche. Oggi, mentre la politica ancora discute e si divide sul tema dei diritti, il teatro fa un altro passo avanti, sorpassa partiti e Parlamento, e porta in scena a Bologna un’intera serie di spettacoli e incontri sulle differenze di genere dedicata a famiglie, educatori ma soprattutto bambini. Il progetto si chiama Teatro arcobaleno e fa parte di un percorso iniziato tre anni fa per cercare, attraverso il palcoscenico, di avvicinare i più piccoli al tema della diversità, e di insegnare loro a rifiutare le discriminazioni e a combattere stereotipi e pregiudizi.
Promossa da Gender Bender, il festival del Cassero lgbt center, e in collaborazione con il Centro studi sul genere e l’educazione dell’Università di Bologna, la rassegna inaugurerà il 29 ottobre per terminare il 16 dicembre. In tutto gli appuntamenti sono dieci, distribuiti tra il Teatro Testoni ragazzi di Bologna, il teatro e la Casa della Conoscenza di Casalecchio di Reno. Cinque rappresentazioni, talvolta rivisitazioni di grandi classici, aperte a giovanissimi, alle scolaresche e alle famiglie. Da affiancare poi ad altrettanti incontri con esperti, rivolti invece a insegnanti, genitori e studenti universitari. “L’obiettivo – spiegano gli organizzatori – è quello di fornire a tutti i protagonisti del contesto scolastico, quindi a ragazzi e ragazze, insegnanti e genitori, delle risposte sui temi delle differenze di genere, per superare in maniera condivisa pregiudizi e luoghi comuni, avviando contemporaneamente un percorso di affiancamento pedagogico”. Un’iniziativa dove la danza e il teatro diventano strumenti per educare alla comprensione e al rispetto dell’altro, qualunque sia il suo genere. In un gioco di ruoli che si rincorrono e si ribaltano, aprendo lo sguardo dello spettatore ai tanti punti di vista con cui si può leggere la realtà.
E se l’anno scorso a sollevare un polverone politico era stata una rilettura in chiave gay della favola della bella addormentata, questa volta in calendario c’è, tra le altre cose, una Cenerentola alle prese con una matrigna interpretata da un uomo (ma ugualmente perfida, a dimostrazione che il genere conta poco). Lo spettacolo di teatro e danza è pensato per bambini dai sei anni in su, ed è proposto accanto al dibattito intitolato “Generi, ruoli e famiglie in trasformazione” con Laura Mariani, storica del teatro, e Giovanna Guerzoni, antropologa del Centro studi sul genere e l’educazione dell’Università di Bologna. Il tema dell’omogenitorialità è al centro di Dura crosta, rappresentazione in cui due uomini danno vita, impastando il pane, a un adolescente ribelle, che a sua volta inizierà un percorso di crescita per diventare adulto. L’inaugurazione invece è affidata a Joseph_kids, monologo in cui l’attore va alla ricerca della sua immagine, che di volta in volta viene proiettata, deformata, raddoppiata e scomposta attraverso una webcam.
“Al centro della proposta, ci sono spettacoli di teatro e danza che affrontano il tema delle differenze con leggerezza e poesia, attraverso la danza e il fiabesco, il gioco e i nuovi media, senza mai perdere di vista il pubblico di riferimento. Ogni spettacolo è associato a un incontro, una riflessione guidata da esperte e rivolta agli adulti: insegnanti, genitori e studenti. A partire da alcune parole chiave si traccerà un percorso sulla costruzione delle identità di genere sin dalla prima infanzia”.