Fino al primo novembre si svolgerà la prima edizione del Festival europeo di storia del '900. Un viaggio lungo cinque giornate di incontri, convegni, proiezioni cinematografiche e presentazioni letterarie
Diceva lo scrittore Primo Levi, deportato ad Auschwitz durante la Seconda Guerra Mondiale: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”. Ed è per tramandare la memoria di ciò che furono, in Europa, gli anni tra il 1901 e il 2000, anni di guerre mondiali, di dittature, ma anche di Resistenza e di democrazia, che tra i Comuni di Forlì e Predappio, dal 28 ottobre al 1 novembre, si svolgerà la prima edizione del 900Fest, il Festival europeo di storia del Novecento. Un viaggio lungo cinque giornate di incontri, convegni, proiezioni cinematografiche e presentazioni letterarie “per costruire un momento di riflessione internazionale sul fascismo, e sui totalitarismi che hanno distrutto il 900’ europeo”, ideato della Fondazione Alfred Lewin e dell’Istituto per la storia della Resistenza di Forlì – Cesena, con la collaborazione di Anpi, Cgil, Cisl e Uil, Arci, Endas e Unione degli Universitari, e il patrocino di Regione Emilia Romagna ed enti locali.
“L’iniziativa – spiega l’organizzazione del Festival – intende affrontare un tema cruciale, ma negletto, della coscienza civile e storica contemporanea: Quello, cioè, del ruolo delle dittature (e dei totalitarismi che ne costituiscono la versione moderna e di massa più completa), della loro origine e del loro successo, delle forme di consenso che sono state capaci di ottenere. Ma anche delle modalità eversive, violente e illegali con cui hanno conquistato e mantenuto il potere, e dei valori profondamente antidemocratici, intolleranti e razzisti che hanno trasmesso e su cui hanno educato i propri giovani”.
E non è un caso se la prima edizione della kermesse europea si svolgerà tra Forlì e Predappio, la città che diede i natali a Benito Mussolini e che ancora oggi rappresenta una meta di pellegrinaggio per i nostalgici del Ventennio e della dittatura fascista. “Nei periodi di crisi è sempre accaduto che le democrazie – soprattutto se recenti – entrassero in crisi. Le spinte a criticare istituzioni provengono da ogni parte, da radicali o conservatori, da chi vuole un ritorno al passato o prefigura un futuro alternativo. Le colpe dei governi democratici diventano così la base per la messa in discussione completa della stessa democrazia. E il bisogno di ordine o di giustizia, la fine della corruzione o dell’inefficienza, sembrano motivi sufficienti per affidarsi a un dittatore, che nell’epoca contemporanea non è mai solo un uomo, ma anche un partito, un’ideologia, un progetto di rifondazione dello Stato e della società. L’esperienza delle dittature e dei totalitarismi del XX secolo deve quindi essere compresa e raccontata: E’ importante capire come i tentativi di superare la democrazia abbiano sempre avuto esiti tragici, opposti a quelli auspicati dagli stessi che avevano aiutato ad affossarla”.
Direttore scientifico del 900Fest sarà lo storico Marcello Flores, responsabile del master europeo Human Rights and Genocide Studies dell’Università di Siena, affiancato da esperti provenienti dagli atenei di tutto il mondo: Da Parigi a New York, dall’Inghilterra all’Italia. A inaugurare il Festival, che aprirà il 28 ottobre, sarà la celebrazione del 70° anniversario della liberazione di Predappio e del territorio forlivese per mano delle truppe partigiane e polacche, a cui sarà dedicata una mostra allestita nel salone comunale di Forlì.
A seguire un calendario lungo cinque giornate di appuntamenti, tra cui la presentazione del piano di valorizzazione dell’ex Casa del Fascio di Predappio, oggi in transennata e in stato di degrado, che si svolgerà il 30 ottobre a palazzo dei Romagnoli. Un progetto da circa 6 milioni euro messo in campo nel 2011, e non senza polemiche, dal sindaco democratico di Predappio Giorgio Frassineti, con l’appoggio trasversale di Pd e Pdl, per la realizzazione del Museo del Fascismo. “Che non va inteso come una celebrazione del Ventennio – precisa il primo cittadino di Predappio a ilfattoquotidiano.it – ma come restauro di un luogo di memoria storica di una delle fasi cruciali del Novecento. Il museo avrà una parte espositiva e un centro studi, che sarà deputato a indagarne il contesto, le ragioni, l’ascesa e il declino del fascismo in Italia”.