“Non si è avvalso della facoltà di non rispondere, in tre ore di interrogatorio il presidente della Repubblica è stato disponibile, lucido, ha risposto ad ogni quesito, soltanto in qualche breve momento ha detto di non ricordare”, afferma l’avvocato di Nicola Mancino, Massimo Krogh, a margine della presentazione del libro di Januaria Piromallo “Il sacrificio di Eva Izsak” (edito da Chiarelettere) alla Feltrinelli di piazza Esedra a Roma. “Ad un certo punto le domande da parte del pubblico ministero sono diventate insistenti e ripetute e Giorgio Napolitano ha fatto presente che poteva avvalersi delle sue prerogative”, aggiunge l’altro difensore dell’ex presidente del Senato, Nicoletta Piergentili. “Sugli indicibili accordi, c’ha tenuto a specificare che erano soltanto ipotesi quelle del consigliere D’Ambrosio, ma, dopo aver ricevuto la lettera il presidente era più interessato a confortare un uomo che sembrava provato, sofferente e non ad analizzare il testo parola per parola”, spiega ancora Piergentili. “Mancino non è particolarmente espansivo, ma era soddisfatto, questa udienza è stata fissata per raccogliere elementi contro di lui, ma alla fine è stata una testimonianza neutra che non aggiunge nulla al dibattimento”, sostiene Krogh. E poi ancora: “Non si è parlato mai di trattativa, il presidente visto il suo ruolo forse non voleva inoltrarsi in un terreno scivoloso e usare termini imbarazzanti”. “Da un punto di vista storico e mediatico questa testimonianza ha un valore enorme, da un punto di vista processuale non aggiunge nulla, tutti i dubbi sulla presunta trattativa non sono stati scalfiti, se verranno fugati si vedrà al processo” chiosa l’avvocato di Irene Buscemi e David Perluigi
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