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Usa, funzionario di Obama: “Netanyahu vigliacco”. Il leader: “Morirei per Israele”

Una fonte della Casa Bianca al mensile The Atlantic: "Con l'Iran il premier israeliano non ha premuto il grilletto in tempo e ora è troppo tardi". Mentre il processo di pace con la Palestina "è in uno stato comatoso". La replica: "Attaccato perché difendo la sicurezza nazionale"

Relazioni sempre più tese tra Stati Uniti e Israele, al di là dell’amicizia formale. Ad innescare la polemica, un funzionario dell’amministrazione di Barack Obama, citato dal The Atlantic, mensile vicino a Washington, che ha definito Benjamin Netanyahu “un vigliacco“. Immediata la replica del leader israeliano: “Io codardo? Sono stato sul campo di battaglia numerose volte. Ho rischiato la mia vita per il Paese”. Uno scambio di commenti che è rappresentativo dei rapporti tra i due Stati, con Israele seccato dalla vicinanza tra Usa e Iran nel tentativo di arrivare ad un accordo sul nucleare da una parte, e dall’altra gli Stati Uniti infastiditi dalla politica degli insediamenti dello Stato ebraico in Cisgiordaniasecondo gli Usa una minaccia rispetto al processo di pace con la Palestina.

“In progetto 1.060 case a Gerusalemme est”. E’ due giorni fa l’annuncio del governo israeliano sul piano per la costruzione di circa mille unità abitative a Gerusalemme est. Secondo quanto riportato da un funzionario del governo israeliano, coperto dall’anonimato, nei piani è inclusa anche un’infrastruttura che verrebbe realizzata in Cisgiordania e dovrebbe essere usata sia dai palestinesi che dagli israeliani. Il ministro israeliano delle Finanze, Yair Lapid, si è opposto al piano, dicendo che porterà “a una grave crisi nelle relazioni Israele-Usa”. Dure reazioni degli Usa c’erano già state a inizio settembre, quando Netanyahu aveva annunciato di voler convertire in abitazioni per i coloni 400 ettari di territorio palestinese al confine con la West Bank. Secondo la Ong Peace Now “si tratterebbe della più grande espropriazione degli ultimi 30 anni”. Immediata la reazione del Dipartimento di Stato americano: “Una decisione controproducente. Ritiratela“.

Già annunciata la costruzione di case per coloni su 400 ettari di territorio palestinese

“Netanyahu non è Sharon. Lui non ha le palle”. “La cosa buona di Netanyahu è che ha paura di lanciare guerre”, ha continuato il funzionario vicino alla Casa Bianca al reporter del The Atlantic, ampliando l’iniziale definizione di “vigliacco”. “La cosa brutta è che non farà nulla per raggiungere un accordo con i palestinesi o con gli Stati arabi sunniti – continua l’informatore – l’unica cosa che gli interessa è proteggere se stesso da un’eventuale sconfitta politica. Lui non è Rabin o Sharon, e certamente non è Begin. Lui non ha le palle”. Opinioni che il reporter del mensile americano ha riscontrato anche da altre fonti vicine al governo Obama, che insinuano che Netanyahu sia un “codardo” non solo per “lo stato comatoso del processo di pace con la Palestina”, ma anche rispetto alle scelte da prendere sul tema della minaccia del nucleare iraniano. Proprio l’accordo sul nucleare potrebbe dividere sempre di più gli Usa e lo Stato ebraico. Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, l’amministrazione Obama non crede più che Netanyahu possa lanciare un attacco preventivo contro gli impianti nucleari iraniani per frenare Teheran dall’idea di costruire un arsenale atomico.

Funzionario Usa: “Il leader palestinese non sferrerà un attacco preventivo contro l’Iran per il nucleare”

Usa: “Con l’Iran il leader israeliano sta bluffando”. “Due o tre anni fa poteva essere una possibilità, ma Netanyahu non è stato in grado di premere il grilletto. Ora è troppo tardi per fare qualsiasi cosa”, conclude il funzionario di Obama, sottolineando come la posizione di Netanyahu rispetto al nucleare iraniano sia una combinazione tra la pressione degli Stati Uniti e “la sua incapacità a fare qualunque cosa di rischioso”. Tant’è vero che per il funzionario Usa “il leader israeliano sta bluffando” rispetto ad una presa di posizione nei confronti dell’Iran. Un bluff che sta dando spazio agli Stati Uniti per negoziare con il leader iraniano e che potrebbe portare ad un ulteriore irrigidimento nelle relazione, tanto da arrivare a ipotizzare che entro dicembre Obama possa ritirare la copertura diplomatica di Israele alle Nazioni Unite.

Sul web: “Uno fuma, l’altro combatte. Chi è codardo?”. Mentre il premier israeliano è accusato di “vigliaccheria” in Israele la polemica si alimenta sul web. Due immagini hanno scatenato la protesta. Nella prima Benyamin Netanyahu appare, poco più che ventenne, nella divisa di una unità scelta israeliana. È affiancato da un Barack Obama, pure ventenne, seduto su un divano, con una sigaretta in mano. “Chi è qui il vigliacco?” si domanda un lettore. Un altro utente invita a confrontare la popolarità di Obama e di Netanyahu nei rispettivi Paesi. Il primo, conclude, sta per uscire di scena, a differenza del premier israeliano. Sull’origine delle immagini circolano intanto ipotesi diverse. Potrebbero essere state divulgate proprio da un esponente politico statunitense.

Netanyahu: “Ho rischiato di morire per Israele”. La riposta istituzionale alle accusa anonime degli States arriva però direttamente da Netanyahu che in un intervento parlamentare ha sostenuto come le accuse nei suoi confronti arrivino “solo perché difendo gli interessi nazionali e di sicurezza” della nazione. “Quando vengono esercitate pressioni su Israele affinché rinunci alla propria sicurezza – ha detto Netanyahu – la cosa più facile sarebbe di arrendersi. Si ricevono allora applausi e ricevimenti sui prati (della Casa Bianca, ndr). Ma poi però arrivano i missili e i tunnel”, facendo riferimento agli attacchi mossi da Gaza da Hamas. “I nostri interessi supremi, in primo luogo la sicurezza e la unificazione di Gerusalemme, non interessano quelle fonti anonime che ci attaccano, e che attaccano me in particolare”, ha detto ancora il premier israeliano.