Politica

Ast Terni, Alfano in Aula: “Polizia temeva l’occupazione della stazione Termini”

Per il ministro dell'Interno la tensione è scaturita dalla "voce" raccolta dai funzionari di polizia circa le reali intenzioni del corteo. Interrogazione di Sel per sapere chi "chi e come abbia coordinato in modo cosi maldestro le operazioni di ordine pubblico sulla piazza e dalla questura. E quali provvedimenti di carattere amministrativo e disciplinare il governo intenda assumere, affinché episodi di questo genere non si ripetano"

Solidarietà ai lavoratori e ai poliziotti. Difesa dell’azione del governo. E, soprattutto, una ricostruzione di ciò che ha fatto tramutare la tensione in cariche della polizia. Questi i contenuti dell’intervento del ministro Angelino Alfano, che nell’Aula della Camera ha riferito su quanto accaduto ieri a Roma durante il corteo dei lavori Ast di Terni. Per il titolare del Viminale, ciò che ha fatto scattare l’intervento delle forze dell’ordine è stata la preoccupazione per un’annunciata occupazione della stazione Termini da parte dei manifestanti.

“Dopo l’incontro all’ambasciata tedesca, da quest’ultima è stato diffuso uno scarno comunicato stampa ritenuto insoddisfacente dai manifestanti – ha spiegato Alfano – A questo punto è stata avanzata una richiesta da parte della Fiom di poter dare vita ad un corteo in direzione del ministero dello Sviluppo economico“. A questo punto, il ministero ha detto no. Il motivo? “Lì erano già in corso analoghe iniziative sindacali – ha detto Alfano – Altri manifestanti potevano quindi creare difficoltà logistiche nella gestione dell’ordine pubblico”. A questo punto, però, il ministro dell’Interno ha fornito un particolare non di poco conto. Per Alfano, infatti, alla tensione già accumulata per le manifestazioni di giornata si è aggiunta “la preoccupazione che in realtà alcuni manifestanti volessero dirigersi alla stazione termini”. Da dove arrivava questa ‘percezione’ dei fatti? Alfano lo ha detto chiaramente: “Tale voce era stata colta dai funzionari di polizia in servizio a piazza indipendenza“. Una voce. Da cui è poi scaturito tutto il resto. Ovvero l’alt intimato al corteo dei lavoratori, le manganellate e le polemiche.

Questa versione, tuttavia, è stata subito contestata da Sel, che ha presentato un’interrogazione ad hoc (primi firmatari Scotto, Ferrara, Airaudo, Placido, Ricciatti) al governo “per sapere chi, nell’ambito della questura di Roma si sia assunto la responsabilità di diffondere la versione sugli incidenti in piazza Indipendenza, con gli operai dell’Ast di Terni colpiti dalle manganellate perché accusati di voler occupare la Stazione Termini”. Per il gruppo parlamentare del partito di Vendola si tratta di una “versione dei fatti palesemente falsa, contraddetta dai testimoni e dalle testimonianze dei media presenti”. Per questo motivo, Sel ha chiesto “chi e come abbia coordinato in modo cosi maldestro le operazioni di ordine pubblico sulla piazza e dalla questura. E quali provvedimenti di carattere amministrativo e disciplinare il governo intenda assumere, affinché episodi di questo genere non si ripetano”.

Per Angelino Alfano, tuttavia, la condotta delle forze dell’ordine è stata esemplare. “Esprimo personale solidarietà ai lavoratori dell’Ast e della polizia feriti ieri” ha detto il ministro, che ha anche sottolineato come quello di ieri sia stato “un brutto giorno per tutti”: “Erano ore delicate a Roma, si sono concentrate a poche centinaia di metri, venendo a formare un’ideale file rouge, manifestazioni e proteste a sfondo sindacale”. Da questo dato di fatto, il numero uno del Viminale ha spiegato che “serve un senso di responsabilità di tutti per evitare una scintilla che rischierebbe di innescare pericolose derive” e ha ammesso di provare “amarezza” per il fatto che “una questione centrale come il lavoro stia diventando scenario di contrapposizione tra lavoratori“.

Per questo motivo il leader del Ncd ha anticipato che proporrà “al Viminale che si tengano tavoli tra forze sindacali e polizia in occasione di eventi del genere” e ha sottolineato il ruolo avuto da Maurizio Landini nel calmare gli animi. Poi la difesa d’ufficio dell’esecutivo. “Dall’insediamento di questo Governo si sono svolte 5.934 manifestazioni di rilievo e la stragrande maggioranza ha avuto un corso assolutamente tranquillo – ha detto Alfano – Circa la metà (2.350) hanno avuto alla base problematiche sindacali e occupazionali. Se il Governo avesse voluto dare alla polizia linee di estrema durezza sui manifestanti – ha spiegato il ministro -avrebbe avuto migliaia di occasioni per farlo. Non l’ha mai fatto. Anzi, l’input dato è l’esatto opposto”.

“Il diritto di manifestare è sacro, ma deve essere esercitato all’interno di regole” ha aggiunto il ministro, che poi ha specificato come “ieri nessun manifestante è stato denunciato, nessuno”. “Ci attendono settimane complesse e difficili” ha continuato Alfano, sottolineando che “siamo di fronte a diverse crisi industriali, a cui il governo sta cercando di far fronte”. Ciò non toglie che per il governo “è lontana anni luce l’idea di manganellare gli operai, così come penso sia lontana dagli operai la volontà di scaricare tensioni occupazionali sulla polizia“.