Per il commissario dell'istituto il pubblico impiego usufruisce di troppi permessi e aspettative. Intanto il dg Nori prepara un piano di dismissioni del patrimonio immobiliare
Nel pubblico impiego “ci sono troppi permessi e aspettative. E infatti la ministra Madia li ha tagliati a metà”. A fare i conti è stato il commissario straordinario dell’Inps, Tiziano Treu, in audizione presso la Commissione per il controllo sulle attività degli enti previdenziali rilevando anche che il personale dell’istituto pubblico di previdenza “ha un’età media di 53 anni, tra le più alte del sistema italiano. Dobbiamo intervenire”.
Il tema sarà probabilmente tra quelli del piano industriale dell’Inps che i vertici dell’istituto stanno “proiettando nel 2015, con qualche aggiustamento e precisazione visto che è stato fatto in un periodo turbolento”. E che includerà un piano di dismissioni immobiliari anticipato dal direttore generale della cassa di previdenza, Mauro Nori. “Il patrimonio, messo da parte quello strumentale, lo vogliamo dismettere”, ha detto chiedendo “aiuto alle istituzioni governative e al Parlamento”, che devono “dare delle regole semplici. Ovviamente non lo vogliamo svendere, perché sono i soldi dei lavoratori, però lo vogliamo alienare”.
Nori ha quindi precisato che “le linee che ci siamo scambiati con il commissario sono molto chiare. Il patrimonio, messo da parte quello strumentale dove vorremmo continuare ad essere proprietari in casa nostra, lo vogliamo dismettere, non è il nostro mestiere, non ha più senso in un sistema pubblico a ripartizione avere una dotazione di un patrimonio”. Ma “la cosa non è semplice”, ha proseguito, anche “per l’entità del patrimonio disarticolato, proveniente dalle varie cartolarizzazioni e quant’altro”. Quindi governo e Parlamento dovranno individuare in che modo verranno portate a termine le dismissioni: “Le forme sono le più varie: le sgr (società di gestione del risparmio, ndr), la vendita diretta, la vendita tramite vari altri strumenti e strutture dello Stato“.
Altro tema non secondario è l’accorpamento dell’Inpdap ed Enpals nell’Inps, iniziato nel 2011 che è tuttora in corso nonostante siano passati ben tre anni. “E’ un cammino difficile, ma un pezzo di strada è stato fatto. Ho chiesto l’istituzione di una task force e concentrare le risorse per verificare a che punto è il processo e per avere una visione complessiva. E tra poco saremo anche in grado di riferire su questo”, ha detto Treu. Il quale, sempre in tema di accorpamenti, dovrà occuparsi di un’altra operazione non da poco, quella della creazione dell’Agenzia unica per i controlli che nasce già problematica. “Tra i problemi c’è il diverso livello di formazione. Alcuni ispettori del lavoro, infatti, non hanno tutte le competenze. Quindi per l’accorpamento si dovrebbe lavorare sui meccanismi di base. Ci sono differenze retributive e di formazione“, ha sottolineato Nori.