Un corteo spontaneo partito dai cancelli delle acciaierie Ast ha bloccato il traffico per alcune ore sul raccordo Terni-Orte in entrambe le direzioni ed è poi proseguito sulla superstrada E45. La polizia ha deviato il traffico sulla viabilità secondaria. Oltre 200 gli operai che hanno protestato contro i licenziamenti annunciati dallo stabilimento umbro della Thyssenkrupp. Con loro anche il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo. Il gruppo, dopo aver deciso di proseguire lo sciopero fino a giovedì 6 novembre, è partito dai cancelli delle acciaierie e ha attraversato tutta la città per raggiungere lo svincolo. Al corteo, aperto dallo striscione con la scritta “Non ci stiamo”, erano presenti esponenti delle rsu e rappresentanti dei sindacati. “Abbiamo percorso”, ha detto il delagato della Fim-Cisl Emilio Trotti, “circa 11 chilometri. Siamo in tanti, 7-800 manifestanti, segno che la nostra protesta sta avendo effetto”. Con il blocco dello svincolo Terni-Orte e della E45, in entrambe le direzioni, è stato di fatto interrotto il traffico sulla viabilità principale tra Terni e Perugia.
Solo mercoledì 29 ottobre, a Roma gli stessi lavoratori sono stati caricati dalla polizia mentre protestavano sotto l’ambasciata tedesca contro la decisione della ThyssenKrupp di lasciare a casa 537 persone. Secondo la questura, la manifestazione è degenerata nel momento in cui il gruppo ha deciso di spostarsi prima sotto il ministero dello Sviluppo economico e poi verso la stazione Termini: a quel punto è aumentata la tensione e le forze dell’ordine hanno caricato i manifestanti. Sel e Movimento 5 stelle hanno depositato una mozione di sfiducia contro il ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Il diritto di manifestare”, si è difeso in Aula il leader Ncd, “è sacro, ma deve essere esercitato all’interno di regole”.
Oggi è arrivata invece la decisione dei lavoratori di proseguire anche la prossima settimana con la mobilitazione. Il primo cittadino Di Girolamo è intervenuto per criticare il ritardo nel pagamento degli stipendi, definendo l’atto “una ulteriore grave provocazione da parte dell’ad di Ast” e ha annunciato di avere chiesto al ministro Federica Guidi di “intervenire nei confronti dell’azienda per chiedere di onorare gli impegni dovuti e ribaditi in sede di trattativa al Mise”. “Siamo già a quattro giorni di ritardo – ha detto uno degli operai durante un’assemblea -, mia moglie sono due giorni che piange”. L’atmosfera è ancora di preoccupazione nonostante la convocazione del nuovo tavolo di trattativa al Mise tra sindacati e azienda per riprendere il confronto sul piano industriale. Anche i capigruppo del Consiglio comunale e l’Ufficio di presidenza hanno deciso di procrastinare fino a venerdì 7 la sospensione dell’attività amministrativa in attesa del vertice, ribadendo la solidarietà espressa alla lotta dei lavoratori. La seduta del consiglio di lunedì prossimo non si terrà, dunque, dato che all’ordine del giorno non vi sono atti urgenti. “Non possiamo buttare al vento le lotte e gli sforzi di questi giorni, dobbiamo continuare con la lotta anche se siamo allo stremo” ha spiegato Stefano Garzuglia, delegato della Fiom Cgil. Che poi parlando nel ritardo nel pagamento degli stipendi ha sottolineato: “Vi sono lavoratori che non hanno un euro neanche per pagare il pane. Non ce la facciamo più”.
Intanto su Youtube è stato pubblicato un nuovo video degli scontri del corteo a Roma. Il video è girato dall’alto, dalla finestra di uno dei palazzi che si affacciano su piazza Indipendenza, teatro dei disordini. Dura circa 8 minuti. Nelle immagini si vede in prima battuta un cordone di manifestanti che muove compatto verso gli agenti avanzando con un striscione e spingendo contro i poliziotti: questi ultimi fanno muro per spingere indietro i manifestanti e li circondano. Poi uno degli operai resta a terra alla spalle di un gruppo di poliziotti e viene soccorso dai compagni. Nel corso del video si nota ripetutamente il lancio di oggetti da parte dei manifestanti, anche se non è possibile stabilire di cosa si tratti. Nella parte finale del video gran parte del corteo lascia piazza Indipendenza e si sposta in direzione opposta.