Laura, clochard che da oltre un anno vive nella stazione romana di Trastevere, è stata sottoposta alla sorveglianza speciale dal Tribunale di Roma e, il 24 settembre scorso, ha scelto come dimora obbligatoria la stazione stessa, costringendo le Ferrovie dello Stato a tenere aperto lo scalo anche di notte. Dalle 21 alle 7 è obbligata a stare all’interno della stazione stessa (con obbligo di firma al comando dei Carabinieri di Trastevere). La misura di prevenzione è scattata a seguito di una serie di reati, prevalentemente furti. Una vicenda kafkiana che però ha acceso un faro sulla sua condizione. “Sono 14 mesi che vivo per strada con il mio compagno – racconta – eravamo invisibili, ma ora dopo che la storia è uscita sulle pagine del Corsera Roma, la gente si sta interessando alla mia condizione”. “Quello che mi è successo – prosegue – ha avuto risalto perché ho scelto una stazione centrale come quella di Trastevere, ma conosco persone come me sottoposte alla sorveglianza speciale che hanno scelto la macchina piuttosto che un padiglione di un ospedale”. Pochi giorni fa il Tribunale di Roma ha revocato il provvedimento di sorveglianza speciale. La donna continua però a vivere in strada con il suo compagno di Luca Teolato