Dopo il successo ottenuto con Ashram Equinox l’anno scorso la band emiliana torna con un nuovo tour e la deluxe edition del disco. Abbiamo incontrato il chitarrista del gruppo, Luca Giovanardi.
Successo? Mi scappa un po’ da ridere. Certo, se teniamo conto di un giudizio prettamente artistico, per noi è stato un successone, il più grande finora raggiunto. A distanza di un anno l’album mi pare ancora riuscitissimo, non ne cambierei una virgola. Ed è piaciuto molto a tanta gente.
Anche di pubblico dai…
Sapere che sia entrato prepotentemente a fare da colonna sonora alla vita di tanti che ci hanno scritto per condividere il loro entusiasmo ci fa enorme piacere. Ma commercialmente parlando i successi stanno altrove. Non avendo però mai avuto aspettative in tal senso, per noi non cambia una virgola.
Intanto esce una versione deluxe dell’album, qualcosa vorrà pur dire…
Sì, dal 27 ottobre, solo in digital download. Le sessioni di registrazione di questo album sono state talmente lunghe e prolifiche che ne sono scaturite negli ultimi anni diverse uscite: il singolo con le cover di Jodorowsky e Rota (“The Tarot/O Venezia Venaga Venusia”) del 2011, l’EP “The Wildlife Variations” del 2012 e appunto l’album “Ashram Equinox”. Nonostante tutte queste pubblicazioni ci era rimasto in mano ancora tanto materiale, che negli ultimi mesi abbiamo setacciato e mixato, raccogliendo altri cinque brani inediti che abbiamo aggiunto alla scaletta originale dell’album per formare questa edizione deluxe.
Non sarà per caso il solito materiale scartato e poi riciclato come nuovo disco?
Voglio sottolineare che è tutto materiale che noi consideriamo di ottimo livello. Tanto che mi viene da pensare che una band più furba lo avrebbe tenuto nel cassetto per qualche altro mese: sarebbe bastato aggiungere altri due o tre pezzi per poter pubblicare un nuovo album.
E perché allora non l’avete fatto?
Per noi ha più senso così: siamo sempre abituati a guardare avanti, per cui queste canzoni fanno comunque parte di quel periodo e c’è un certo sollievo ora nel chiuderlo definitivamente. Ad arricchire ulteriormente la deluxe edition ci sono anche quattro remix realizzati da altri.
Ne consegue che la band sia in salute. Ascoltandovi s’intuisce che esiste un margine creativo importante. “Dove state andando”?
Mi piacerebbe poterti rispondere. Anzi no, non mi piacerebbe, questa è la verità. Di solito capiamo dove stiamo andando solo quando siamo già arrivati e siamo già ripartiti per un altrove. La realizzazione di un nuovo album per noi è sempre un viaggio che dura mesi, a volte anni, e in cui si naviga a vista per la maggior parte del tempo. Ci piace lasciare che le contingenze e gli imprevisti ci guidino in luoghi inesplorati, piuttosto che avere un’idea precisa in ogni dettaglio di ciò che vogliamo ottenere.
Ho visto una serie di foto sul web nelle quali flirtate in maniera accattivante con la macchina fotografica. Ho trovato la cosa “inusuale” e al contempo divertente. Cosa c’è sotto?
Non per niente sono le foto che avevamo scartato al momento dell’uscita dell’album. Ci facevano ridere, solitamente abbiamo un approccio più timido di fronte alla macchina fotografica. Quel giorno però eravamo ormai a fine sessione e si era instaurato un bel clima con la fotografa Francesca Sara Cauli.
Ve la tirate insomma…
Abbiamo dismesso la divisa bianca, ci siamo messi in nero e le abbiamo concesso qualche posa più fighetta, in caso si facesse viva Vanity Fair per una copertina. Non si sa mai. Continuiamo a ritenerle abbastanza divertenti, dal nostro punto di vista, però ora che avevamo bisogno di scatti inediti per promuovere la nuova edizione del disco e il nuovo tour, abbiamo pensato che potessero andare bene. Manco a dirlo, stanno piacendo tantissimo.
E se affermassi che in quelle pose sembrate flirtare con una certa attitudine pop?
Ma noi abbiamo sempre avuto una forte componente pop, sicuramente più marcata agli inizi rispetto ad ora. Per la prima volta abbiamo adottato una “divisa” per i live che prevedono anche le proiezioni. Il total white.
Spiegati meglio
Da una parte volevamo distinguerci dal classico cliché rock che vuole le band sempre in nero. Ma questo è anche funzionale alla resa di questi concerti, in cui c’è una parte visuale che viene proiettata su uno schermo trasparente che sta tra noi e il pubblico. I nostri vestiti bianchi fungono da secondo telo di proiezione, un telo in forma umana che si muove, creando effetti suggestivi.
Nel frattempo, tra una camicia bianca e l’altra … la vostra attività live non si ferma.
A novembre faremo un ultimo breve tour italiano proponendo appunto quella che noi chiamiamo la “full visual experience”, ovvero l’esecuzione dell’intero album “Ashram Equinox” corredata dai visual realizzati e montati dal vivo da VJ Klein. Saranno tutti concerti in situazioni “teatrali”, con posti a sedere e in location inusuali per il classico circuito rock. Sarà una sfida, vedremo come andrà. Poi a gennaio porteremo l’album in tour in Europa per una prima tranche di date tra Germania, Benelux e Francia.
Suonerete domenica due novembre a Parma presso la Chiesa di San Quirino, una location suggestiva
Sì, non vediamo l’ora, anche perché sarà la prima data del tour. Siamo un po’ preoccupati dalla resa acustica, perché siamo una band a tratti piuttosto rumorosa dal vivo e per esperienza sappiamo che le chiese (giustamente) non si conciliano bene con quel tipo di suono.
Anche dal punto di vista tecnico immagino non sarà facile …
Avremo modo di lavorarci per tempo anche dal punto di vista tecnico, per cui sono fiducioso che riusciremo a offrire il miglior spettacolo possibile. Del resto è esattamente il tipo di location in cui volevamo portare questo spettacolo, che non è un semplice concerto.
Altresì la Rassegna che vi ospita non passa inosservata. Il Rumore del Lutto. Cosa ne pensi?
«Mi affascina molto. Quello della morte è uno dei grandi temi che riguardano il pensiero umano. E’ una delle pochissime certezze che abbiamo, forse l’unica cosa che ci accomuna davvero tutti sta nel fatto che un giorno moriremo. Dovremmo abbracciare la nostra mortalità, capire che è parte integrante delle nostre vite, anzi è proprio ciò che le definisce come tali».
I Julie’s Haircut al giorno d’oggi sono (in ordine alfabetico): Nicola Caleffi, Luca Giovanardi, Andrea Rovacchi, Andrea Scarfone, Ulisse Tramalloni
Caro Luca, siamo alla fine ma prima suggeriscimi le vostre 9 canzoni
Eccole qui, commentate una per una da Nicola Caleffi.
9 canzoni 9 … dei Julie’s Haircut
Lato A
Search and Destroy • Iggy and the Stooges (Niente sarà più come prima)
The Night Was So Young • The Beach Boys (Quando la tragedia genera bellezza)
Planet Caravan • Black Sabbath (Una cavalcata tra gli spazi siderali)
Mind Games • john Lennon (Struggente e salvifica)
Lato B
Cheree • Suicide (Cheree, Cheree / Oh, baby / Oh, baby / I love you)
Out On the Weekend • Neil Young (La bellezza di una domenica pomeriggio passata a fare niente)
Sad Song • Lou Reed (Un pathos indescrivibile)
Riders On The Storm • The Doors (Il viaggio al termine della notte)
Shine a Light • Rolling Stones (La gloria)