Lo scrittore Francesco Paolo Oreste e il cantautore Andrea Gioia insieme in una clip su YouTube per esaltare la bellezza della Capitale e della città partenopea. E sotterrare così l'ascia di guerra dopo la tragedia della finale di Coppa Italia
Vedi Napoli e poi muori? No, “Vedi Napoli e poi Roma”. È questo il nome del video lanciato su Youtube dallo scrittore Francesco Paolo Oreste e dal cantautore Andrea Gioia, rispettivamente sostenitori del Napoli e della Roma. Un filmato di quattro minuti (che ha superato le 28mila visualizzazioni) per dire addio alla rivalità tra le due tifoserie e sotterrare l’ascia di guerra. L’iniziativa è stata pensata all’indomani di quel tragico 3 maggio quando, a poche ore dalla finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, il tifoso partenopeo Ciro Esposito è stato colpito a morte nei pressi di Tor di Quinto, a Roma. L’ascia di guerra, quella volta, è stata una pistola, puntata da Daniele De Santis, ultrà romanista con diversi precedenti per reati da stadio, ora indagato dalla Procura di Roma.
Visto quanto accaduto in quell’occasione, il Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive ha stabilito che per il match tra Napoli e Roma di sabato 1 novembre, valido per la decima giornata di campionato, sarà vietata la trasferta ai sostenitori giallorossi. Decisione quasi scontata: dopo le minacce e le denunce volate tre le due tifoserie era necessario tutelare l’ordine pubblico ed evitare qualsiasi contatto. A dispetto dei divieti, Andrea e Francesco hanno pensato a un modo diretto per far comunicare i tifosi: “Dopo gli scontri di Tor di Quinto ci siamo ritrovati a esprimerci su Facebook con le stesse parole e gli stessi sentimenti – raccontano a ilfattoquotidiano.it -. Fondamentalmente ritenevamo inaccettabile che un’occasione di festa come una partita di calcio fosse diventata il teatro di una simile tragedia e, successivamente, motivo di odio e rancore. Per questo abbiamo pensato a una proposta che ci permettesse di riappropriarci della nostra passione sportiva e così è nato il progetto Vedi Napoli e poi Roma”.
Nella clip i due tifosi, ormai amici nella vita, sottolineano gli aspetti più belli della città “avversaria”; così se Francesco racconta la grandezza del Colosseo e il talento di Aldo Fabrizi, Andrea si sofferma su Totò e Piazza del Plebiscito, al grido di #amoRomaperché e #amoNapoliperché. “Facendo leva sull’evidente similitudine tra le anime di queste due città ci auguriamo di dare il via a manifestazioni d’affetto e stima reciproca tra le tifoserie”, spiegano.
Chiunque, infatti, può postare un video per raccontare gli aspetti più belli della città avversaria, come fanno loro nella clip; un viaggio tra bellezza e mito per due luoghi così vicini geograficamente e così lontani nel tifo.
“La sera del 3 maggio ero all’Olimpico per sostenere il Napoli e far provare a mia figlia l’incredibile esperienza che si vive allo stadio – ricorda Francesco –. E invece l’ho portata nel bel mezzo di una guerra”. Gli fa eco Andrea: “Sono stati momenti di grande tensione”, conferma, “io ero preoccupato per un mio amico che si trovava lì e non rispondeva al cellulare”. Per questo il 1 novembre dovrebbe essere un’occasione per voltare pagina e concentrarsi soltanto sui 90 minuti di gioco; ma sarà possibile? “Ce lo auguriamo, soprattutto per rispetto nei confronti della famiglia di Ciro Esposito – sottolineano – che ha sempre dimostrato una grande dignità”.
Il loro appello ha coinvolto molti tifosi che vogliono tornare a vivere lo stadio come un momento di leggerezza: “Siamo partiti dal basso, includendo i nostri amici in una piccola catena che invitasse a esprimere amicizia e stima tra queste due città, invece il progetto ha avuto grande risonanza – raccontano -. Ma adesso tocca agli altri, magari ai personaggi che potrebbero arrivare a tutti i tifosi di Napoli e Roma”. Due nomi su tutti: “Totti e Insigne”, ammettono Francesco e Andrea. D’altronde non è poi così lontano il tempo in cui le due tifoserie, prima di ogni scontro diretto, si scambiavano le rispettive bandiere sotto le curve in segno di rispetto nei confronti di un gioco bello e appassionante, ma pur sempre un gioco: “Lo sport è vita, tutto il resto non deve farne parte”.