Quando nel 2012 centrodestra e centrosinistra votarono la legge Severino, il Pdl non chiese alcun vaglio di costituzionalità, salvo lamentarsi di fronte alla decadenza del parlamentare Silvio Berlusconi in seguito alla condanna per frode fiscale nel processo Mediaset, e niente più. La stessa legge, poi, riformando la concussione, valse al Cavaliere l’assoluzione nell’appello del processo Ruby. Incassato il salvacondotto, oggi Forza Italia torna alla carica, rimettendo in discussione la parte della Severino che impone la decadenza dei parlamentari condannati. E’ il consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti, a commentare a caldo la notizia della riammissione, da parte del Tar, di Luigi De Magistris alla carica di sindaco di Napoli: “Il caso dimostra che avevamo ragione e che la legge Severino meritasse un vaglio di costituzionalità. Spero che la Consulta, che avrebbe dovuto pronunciarsi già un anno fa, ora lo faccia in fretta e dia un elemento di chiarezza interpretativa. E’ una legge – ha spiegato l’ex giornalista di Mediaset a Bologna – applicata in modo ingiusto a Silvio Berlusconi, mentre oggi, siccome viene applicata a un sindaco di sinistra, qualcuno si è accorto che è ingiusta e incostituzionale”. Ma quando il Fatto Tv fa notare a Toti che la legge Severino è la stessa che, spacchettando il reato di concussione, ha favorito l’assoluzione di Berlusconi nell’appello del processo Ruby, lui fugge dal microfono e nega: “Non c’entra niente, non c’entra niente” di David Marceddu
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