Nei prossimi giorni uscirà il quarto estratto dall'album del milanese ex Dogo Gang: un brano sincero, lontano dalle pose e dai personaggi che animano la scena rap e nel quale la verità trapela dalle crepe roche della voce e dalla metrica, così caratteristicamente ruvida e ostica
Ultimamente va di moda parlare di sincerità e autorevolezza, in musica. Quando si parla di rap, in genere, la sincerità è data per scontata, parte del kit come lo è la bella voce per la musica melodica. Se però ci basiamo quel che il rap è diventato oggi, lasciando volutamente da parte l’hip-hop, ci si accorge quanto, sempre più spesso, le pose e i personaggi abbiano rubato spazio all’aderenza alla realtà. Esistono però felici eccezioni, e se si usa la parola felice non è per mimesi con i testi dell’artista in questione, ma per decretare la sopravvivenza di attori capaci di portare avanti, oggi, un discorso che il mercato sembrerebbe aver relegato per sempre in soffitta: l’aderenza tra personaggio e persona. Stiamo parlando di Vincenzo da Via Anfossi, nome storico della scena milanese, conosciuto anche come EnzBenz, ma soprattutto alfiere della marginalità in casa Dogo Gang. Come dire, uno che vive coi piedi ben calati sulla strada, ancorché dentro canoniche sneakers, in mezzo a chi si muove a bordo di Bentley decapottabili.
Vincenzo da Via Anfossi, dicevamo. Se nel rap spesso il timbro vocale viene considerato, a torto, un optional, il rapper milanese dimostra come già dalla voce si possa cominciare a costruire la credibilità di una carriera. Carriera che parte da lontano, gli anni 80, presso il Muretto di Largo Corsia dei Servi di Milano, un vero e proprio punto di ritrovo per tutti i b-boy lombardi. Da allora, dopo le prime esperienze, il suo ingresso nella Dogo Gang, al fianco degli amici e sodali Guè, Fame aka Jake la Furia e DonJoe e le prime esperienze soliste, sempre affiancato dai compagni della sua crew. Arrivando all’oggi: nel giugno scorso l’uscita di V.I.P, Vera Impronta Popolare, prodotto da Guè Pequeno e primo lavoro per la Universal, major ormai leader nel mondo delle barre. Vincenzo continua a raccontare “la strada”, ma si concentra anche sul suo oggi, fatto di successo, soldi e donne, stilemi del più becero rap commerciale che, in bocca a lui, suonano però metafore di una emancipazione non troppo diversa da quella del Bling Bling USA.
Abbiamo ascoltato in anteprima il quarto singolo di questo lavoro, quadrato e quantomai vincenzodavianfossiano per temi trattati e esecuzione delle liriche, Senza te, vede al suo fianco Loretta Grace, voce di prima grandezza del soul di casa nostra, artista che già si è fatta notare nel musical Sister Act nel ruolo che fu di Whoopi Goldberg. Nel brano “il nostro” affronta il tradimento di una lei, apparentemente una donna, in realtà il mondo della musica. Forse la prova più matura fin qui incisa, inmalinconito dalla produzione di Dj AndryBeat e dagli arrangiamenti di Marco Zangirolami. Il video, ambientato a Parigi, è stato diretto da Mauro Russo dei Calibro 9.
Proprio mentre è in circolo il nuovo video dei Club Dogo, Soldi (probabilmente il brano più sincero di Guè e Jake da tempi immemori), arriva sulle scene anche Vincenzo da Via Anfossi, col suo incedere distante e cupo, quasi alienato e con un’altra canzone in cui è possibile sentire la verità, quella verità che trapela nelle crepe roche della voce e nella metrica, così caratteristicamente ruvida e ostica.