“Noi uomini siamo capaci di devastare la terra, il creato, i valori, la vita, le culture e la speranza”. Papa Francesco torna nuovamente a condannare la “devastazione” del mondo nella messa che ha celebrato nel cimitero romano del Verano in occasione della solennità di tutti i santi e alla vigilia della commemorazione di tutti i fedeli defunti. Per Bergoglio l’azione distruttiva del mondo “non è niente rispetto al bombardamento americano di Roma di 71 anni fa”. “Bisogna fermare – è stato l’appello del Papa – questa pazza carriera di distruzione del creato”. Francesco ha sottolineato, inoltre, che “l’uomo oggi si impadronisce di tutto, si crede dio, si crede re”, e ha tuonato nuovamente contro “le guerre che sono l’industria della distruzione”.
Dal tema della devastazione il Papa è poi passato a quello delle vittime precisando che oggi a “pagare la nostra festa sono i piccoli e i poveri. Quelli che da persona sono finiti in scarto. Non si tratta – ha sottolineato Bergoglio – di una storia antica o di qualcosa che accade lontano da noi. No, succede oggi anche qui”. Una “cultura dello scarto”, termine usato spesso da Francesco, che oggi colpisce giovani che sono senza lavoro, anziani, bambini, profughi “che fuggono per salvare la loro vita e vivono nelle tende, al freddo, nella miseria e nella paura senza medicine e senza cibo. Sono loro – ha aggiunto il Papa – a pagare perché ‘l’uomo dio’ si è impadronito del creato”.
Francesco, che incontrando recentemente i movimenti popolari mondiali aveva auspicato un lavoro, un terra e un tetto per tutti, è tornato a chiedere “pace, pane e lavoro”, con un sguardo rivolto particolarmente ai “perseguitati a causa della loro fede”. “Oggi – ha affermato Bergoglio nell’omelia – vorrei che ciascuno di noi pensasse a tutte queste persone, a questa gente che viene dalla grande tribolazione. Gran parte del mondo è in tribolazione. La nostra speranza è che Dio abbia pietà di noi, inclusi coloro che distruggono e si possano convertire. Solo la sua pietà ci salverà dalla devastazione. Così – ha concluso il Pontefice – il popolo che oggi soffre tanto a causa dei fratelli che solo distruggono va avanti con la speranza delle beatitudini”.
Al termine della celebrazione al cimitero del Verano, dove sono state portate per l’occasione le reliquie di San Giovanni XXIII e di San Giovanni Paolo II, il Papa ha pregato per tutti i defunti soffermandosi in silenzio davanti ad alcune sepolture. A concelebrare con Francesco c’erano, tra gli altri, il cardinale vicario per la diocesi di Roma, Agostino Vallini, insieme al vicegerente, l’arcivescovo Filippo Iannone. Domani pomeriggio, 2 novembre, Bergoglio scenderà nelle grotte vaticane per pregare sulle tombe dei suoi predecessori. Mentre il 3 novembre celebrerà nella Basilica Vaticana una messa in suffragio di tutti i cardinali e i vescovi defunti nel corso di quest’anno. Sempre nel giorno di tutti i santi, all’angelus, il Papa ha rivolto ai fedeli un particolare invito a “pregare perché Gerusalemme, cara a ebrei, cristiani e musulmani, che in questi giorni è stata testimone di diverse tensioni, possa essere sempre più segno e anticipo della pace che Dio desidera per tutta la famiglia umana”.
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